Vita Chiesa
Gmg, il «grazie» speciale ai 15mila ragazzi in maglietta gialla
Sono stati gli “angeli custodi” in maglietta gialla della Gmg. Un vero e proprio esercito di 15mila ragazzi che hanno deciso di vivere la Giornata mondiale della gioventù dietro le quinte, nel servizio agli altri. Giorni sicuramente faticosi spesi a sbrigliare le difficoltà, a risolvere i problemi, montare postazioni, sistemare i pellegrini. Tanti piccoli gesti che hanno reso questa Giornata mondiale della gioventù “un’esperienza indimenticabile di fede”. Tutto alla fine è andato bene, ma non è stata una Gmg facile: la pioggia battente, che è caduta in questi giorni quasi ininterrottamente su Rio, ha messo a dura prova la resistenza fisica dei pellegrini. “Non potevo ritornare a Roma senza aver prima ringraziato in modo personale e affettuoso ciascuno di voi”, ha detto Papa Francesco ai volontari salutandoli al Centro Congressi di Rio de Janeiro prima d’imbarcarsi sul volo per Roma (testo integrale). Il Sir è andato a cercarli a Casa Italia per vedere chi sono, che cosa li ha spinti a fare questa esperienza, sentire come è andata.
Casa Italia. Paróquia São Paulo Apóstolo, a due passi da Copacabana. È qui che il Servizio nazionale di pastorale giovanile della Cei ha allestito “Casa Italia” nei locali del Collegio attiguo. Un campo sportivo e un edificio dove i ragazzi hanno accolto in questi giorni un via vai continuo di centinaia di pellegrini italiani. Suddivisi in 3 turni di 8 ore ciascuno, i volontari offrono assistenza e informazioni utili, raccolgono le eventuali emergenze. Rocco e Pasquale, della diocesi di Acerenza, raccontano che la richiesta più frequente da parte dei ragazzi è l’accesso al Wi-Fi. Ed aggiungono: “Quando la Gmg la fai come volontario, la vivi attraverso gli occhi dei pellegrini. E riesci a percepire dai loro sguardi tutta l’esperienza vissuta”.
Amicizia e familiarità. Casa Italia non è un “ufficio” ma una vera e propria casa nella quale si respira familiarità e amicizia. Si balla, si mangia, si scherza, si gioca a basket. Francesco è della provincia di Foggia: “È stata un’esperienza di servizio – dice – che mi ha aiutato a crescere. Ho cercato di far sentire gli altri italiani a casa”. Per Lara, 23 anni, della diocesi di Vittorio Veneto, invece, è la prima esperienza alla Gmg: “Mi porto a casa tutte le occasioni d’incontro che ho avuto in questi giorni con le persone, con i pellegrini, con tutto lo staff. Ma anche una certa curiosità che mi hanno lasciato alcune parole di Papa Francesco. Soprattutto la frase in cui ci dice: andate, senza paura, per servire. Mi è rimasta dentro la voglia di scoprire quello che voglio dare agli altri e al mondo”.
Giorni di scelte decisive. Aveva ragione il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, quando ha detto che le Gmg sono per tanti giovani “giorni indimenticabili, giorni d’importanti scoperte, giorni di scelte decisive per la loro vita”. Giovanni, della diocesi di Lucca, parla della sua vocazione al sacerdozio che il Papa ha rafforzato. Maria, della diocesi di Monte Cassino, la racconta invece così la sua esperienza alla Gmg: “Papa Francesco – dice – è un insieme unico di spiritualità e umanità. Mi ha colpito quando ha detto: fate silenzio, chiedete al Signore quale seme vuole gettare in voi e ascoltate la risposta che sale dal cuore. Torno a casa sapendo da dove partire”.
Il cambiamento? Comincia da me. A Casa Italia volontari e pellegrini si confondono. Unanime, comunque sia, è l’ammirazione per Papa Francesco. “Quello che porto a casa da questa Gmg di Rio – dice Emidio, della diocesi di Avezzano – è l’immagine di una Chiesa dedita al servizio. È quello che ho visto in Papa Francesco, è quello che desidero che la nostra Chiesa mostri a tutti ed è quello che voglio vivere anch’io come cristiano”. “La cosa che mi porto a casa – aggiunge Cecilia, da Bormio, della diocesi di Como – questa voglia di rinnovare la Chiesa. Ho visto una Chiesa giovane, una Chiesa capace di sentirsi unita nell’abbraccio di Cristo e questa spinta a volersi rinnovare che può partire da noi giovani per cambiare il mondo”.