Fiesole

Gmg da Sydney a Loppiano, che emozione!

Ha percorso anche la diocesi di Fiesole la croce della Gmg, in mano ai tredici giovani che hanno partecipato al pellegrinaggio attraverso varie tappe e parrocchie del nostro territorio. Le provocazioni che il Santo Padre Benedetto XVI ha lanciato durante l’omelia della celebrazione eucaristica conclusiva della Gmg di Sydney hanno trovato risposta nel cammino sia di chi è volato in Australia, sia di chi ha potuto sperimentare quella testimonianza dello Spirito incontrando le varie parrocchie e realtà del territorio diocesano. Strada in Casentino, Romena, Pratovecchio, Stia, San Giovanni Valdarno, Castelfranco di Sopra, Pian di Scò, Matassino, Incisa, Loppiano: queste le tappe dal 15 al 20 luglio. E durante questo itinerario i giovani hanno incontrato la Fraternità di Romena, la Fraternità della Visitazione, le Monache Domenicane di Pratovecchio. E sabato 19 luglio l’incontro si è aperto a tutti coloro che avessero voluto condividere l’esperienza e lo spirito della Gmg nella Mariapoli. Dalle 21.30, infatti, presso l’auditorium «Maria Theotokos» a Loppiano, le testimonianze del cammino si sono alternate a momenti di musica, balli etnici e divertimento in attesa del collegamento con Sidney. Una performance di letture, musica, coreografie e dimostrazione di calligrafia cinese ha segnato il risultato dei tre workshops che si erano tenuti nel pomeriggio sempre a Loppiano su teatro, danza e lingua cinese appunto. La serata è stata, infine, conclusa, da una drammatizzazione-riflessione sull’attualità della figura di Gesù Cristo e tratta da alcuni brani di «Processo a Gesù» di Diego Fabbri. La domenica 20, infine, la conclusione con la messa celebrata dal vescovo Giovannetti nel santuario «Maria Theotokos».

IL DIARIO DI CHI ERA A SYDNEYMartedì 15 luglio, ore 17 pomeridiane. Il cielo australiano sfumava il suo azzurro in fuocosi colori serali mentre dietro gli alti grattacieli di Sidney, nel molo di Barangaroo, il vescovo George Pell celebrava l’apertura della XXIII Giornata Mondiale dei Giovani. Era una giornata che volgeva al termine ma che in realtà tracciava la linea di partenza di una manifestazione che tutti i giovani partecipanti della diocesi di Fiesole non potranno mai dimenticare. Il programma per il gruppo fiesolano, è stato fin da subito coinvolgente, sia con visite e attività in centro a Sidney, che nei momenti di preghiera e di meditazione condivisi anche con altre diocesi italiane. Molto profonde sono state soprattutto le mattine di catechesi alle quali i giovani hanno partecipato con grande interessamento.La mattina del 16 luglio il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha parlato dello Spirito Santo, anima e identità della Chiesa, e soprattutto del concetto di unità, inteso come insieme della molteplicità di voci di spirito: «Lo Spirito Santo è la base della Chiesa ma non può esistere senza unità cioè senza mettere tutto in comunione. Condividere e donare le proprie ricchezze materiali o spirituali porta alla formazione di un cuore solo e un’anima sola». Poi ha continuato affermando: «Quello che fa convergere lo spirito nella medesima persona non è una transazione di beni ma una comunione di cuori ed è quello che dobbiamo cercare. Quando ci spogliamo perdendo noi stessi fino a lasciar morire la nostra idea con l’altro, allora è a quell punto che diventiamo come Cristo e un cuore solo con tutti». La voce del cardinale è sembrata come rimbalzare nella chiesa di Burwood e con il suo tono sereno e comprensibile è riuscita a conquistare ogni giovane con il messaggio di unità. A fine discorso dopo un lungo applauso il cardinale ha concluso rispondendo ad alcune domande e rivolgendosi ai tanti giovani, ha ribadito l’importanza della preghiera e della fede come primo bene da scambiare.Dopo la parte introduttiva dei primi giorni, nei quali il gruppo fiesolano è stato accolto nella scuola cattolica di Burwood, è iniziata la parte centrale del programma, e in una crescente atmosfera familiare ogni pellegrino ha potuto sperimentare il forte legame di unità fra la Chiesa ed i giovani cattolici delle varie diocesi. Durante le due mattine di catechesi successive infatti, la riflessione si è spostata più sulla coscienza intima e spirituale di ognuno, andando a toccare argomenti delicati ed attuali che sempre di più rapiscono la vita dei giovani di oggi: l’ostacolo creato dalla ricerca di piaceri immediati, la volontà sempre più accentuata dell’annientamento della sofferenza per l’intolleranza al dolore, la mancanza di pazienza e di fede e la ricerca di soddisfazioni immediate ed effimere.Una risposta importante in relazione a ciò è arrivata dal vescovo di Aosta Giuseppe Anfossi che rivolgendosi ai giovani pellegrini con un timbro di voce chiaro e penetrante ha detto: «È importante acquisire la consapevolezza che lo Spirito Santo ci abita e rende capace il nostro dialogo con Dio. Non basta avere le idee giuste ma ci vuole una ricerca in noi stessi più profonda». Il discorso è passato poi sull’analisi del concetto di libertà e sulle forme di dipendenza con cui l’uomo ed in particolare il giovane deve fare i conti nella vita di oggi. Ma è stata la parte finale con le conclusioni, che è arrivato il vero messaggio del vescovo ai giovani: «Ricordate giovani: non c’è vita vera e adulta senza sofferenza, fatica, attesa. La società di oggi porta a dire ai giovani di divertirsi subito e nell’immediato perché ci sarà tempo per entrare nella società; questo invece non rende possible l’acquisizione di graduali responsabilità come avveniva un tempo. Ci vuole una cura ed una comunicazione maggiore con la propria coscienza, perché è qui che si gioca tutto nella vita, nella propria coscienza». Lasciando lo sguardo dal foglio, prima del lunghissimo applauso, ha quindi regalato un ultimo messaggio finale: «Coltivate le relazioni con tutti, ma ricordate di farlo anche con lo Spirito Santo che è dentro di voi».Il programma della Gmg australiana, con ogni piccolo particolare, è continuata così in modo straordinario sotto tutti i punti di vista, e ogni momento insieme a Benedetto XVI ha saputo trasmettere nell’animo di ognuno una nuova dimensione spirituale. La sera del 19 luglio, ultimo giorno, il Papa ha presieduto una presentazione spettacolare di due ore di liturgia e musica, ed è in questo momento di meditazione e preghiera che si è raggiunta l’atmosfera più bella fra i giovani. Nell’ippodromo di Randwick, acceso da un «mare luminoso» di circa 235 mila candele, le parole di Benedetto XVI, hanno suscitato nel cuore di tutti i ragazzi e non solo, emozioni di un’intensità difficilmente ripetibile, come ha dichiarato anche Jim Hanna portavoce della GMG08: «È stato un’occasione memorabile nella quale si sono esplorati i temi dei sette doni dello spirito santo ed il modo in cui lo spirito santo si adopera per trasformare le vite dei pellegrini. L’atmosfera che si è creata era di gioia e celebrazione ma anche di riflessione e preghiera».Le parole che sembrano rispecchiare un po’ tutto quello che è stato l’evento, e che senza dubbio rimarranno impresse nel cuore di ognuno, sono quelle che il Santo Padre ha rivolto in uno dei suoi ultimi messaggi ai fedeli: «È qui che sotto lo splendore della croce del Sud, ricordiamo genitori e nonni che hanno camminato al nostro fianco, quando, mentre eravamo bambini, hanno sostenuto i primi passi del nostro cammino di fede. Ora, dopo molti anni vi siete raccolti come giovani adulti attorno al successore di Pietro. Sono ricolmo di profonda gioia nell’essere con voi». La mattina seguente in un clima gioioso di saluti e ringraziamenti il Santo Padre ha celebrato ufficialmente la fine della manifestazione ed ha dato appuntamento per il 2011 a Madrid.

Andrea Cardinali

A PIEDI SULLE STRADE DELLA DIOCESIDal 15 al 20 luglio, in contemporanea con la Gmg a Sydney, le strade della nostra Diocesi sono state «invase» da un drappello di coraggiosi pellegrini che hanno comunque voluto vivere la «Gmg a casa nostra». Siamo partiti dalla verde valle del Casentino: da Strada, attraverso Romena e Pratovecchio per giungere a Stia in serata. Già dal primo giorno l’atmosfera è stata «piena di Dio» e l’accoglienza di tutte le parrocchie ci ha stupito e riempito di gioia. Dopo esserci addentrati nell’arte sacra romanica delle pievi casentinesi, insieme ai giovani della parrocchia abbiamo prima pregato per la riuscita della Gmg, poi mangiato e giocato assieme in abbondanza! Con nostra grande gioia alcuni di loro ci hanno accompagnato lungo tutto il cammino anche il giorno seguente. Arrivati a Romena, pieve immersa nell’armonia della natura, abbiamo partecipato ad una catechesi infuocata con don Gigi Verdi, che ci ha proposto alcune chiavi per vivere con radicalità da seguaci di Gesù, in modo semplice ma con tutto il nostro essere, valorizzando con gesti simbolici l’importanza dell’amare e dell’essere amati attraverso il servizio. A Pratovecchio l’incontro con le monache domenicane ci ha fatto scoprire il valore della preghiera e della contemplazione, reso visibile dalla luce dei loro sguardi. Infine a Stia abbiamo vissuto con partecipazione il rinnovo dei voti di tre suore carmelitane durante l’Eucaristia per poi festeggiare con loro e alcuni giovani a cena.Poi ci siamo trasferitisi nel Valdarno, e abbiamo toccato San Giovanni, Castelfranco di Sopra, Pian di Scò, Matassino, Incisa e infine Loppiano, la mèta finale del pellegrinaggio. Il 17, dopo il meritato riposo presso l’oratorio di San Giovanni Valdarno, la Basilica di Santa Maria delle Grazie ci ha ospitati per la celebrazione della Messa, dopo la quale suor Luciana ci ha incantati raccontandoci dell’ispirazione del Beato Angelico nel dipingere l’Annunciazione conservata nel museo della Basilica, spronandoci a non lasciare troppo a lungo in attesa del nostro «sì» lo Spirito Santo. A Castelfranco di Sopra, dopo una sosta alla cappella di san Filippo Neri, abbiamo trovato ad attenderci un lauto pranzo e i bambini della parrocchia pronti per giocare. Toccante è stato poi l’incontro con la Fraternità della Visitazione a Pian di Scò, dove siamo venuti a contatto con realtà di dolore e difficoltà affrontate con coraggio, fede e speranza grazie anche al sorriso dei tanti bambini, riflesso della pace che lì abbiamo respirato. Giunti a Matassino siamo stati accolti da bibite fresche e da un simpatico striscione con scritto «Benvenuti a MataSydney». Anche qui assieme ai giovani della parrocchia abbiamo pregato e condiviso una ricca cena. Prima di andare a dormire durante un profondo momento di condivisione ciascuno di noi ha fatto partecipi gli altri dei tanti frutti raccolti lungo il cammino. La mattina successiva, col nostro buon passo e la Croce come apripista, ci siamo rimessi in marcia verso Incisa, dove siamo stati accolti da alcuni seminaristi provenienti da tutto il mondo coi quali abbiamo partecipato alla catechesi di monsignor Anfossi sullo Spirito Santo, anima della Chiesa, in collegamento con Sydney. Nel pomeriggio la Via Crucis, otto ore dopo quella di Sydney, ci ha portati fino alla nostra meta: Loppiano. Dopo questo momento di profonda preghiera, meditata con riflessioni di don Tonino Bello, l’arrivo è stato ancora più gioioso.Ecco dunque l’arrivo alla cittadella del Movimento dei Focolari. Assieme ai giovani che si sono aggiunti abbiamo vissuto in diretta con Sydney la veglia e la Messa celebrata dal Papa. La sera del 19, dopo aver cenato qua e là accolti dagli abitanti, con loro abbiamo fatto festa con contributi artistici da tutto il mondo, preparati anche da noi durante il pomeriggio. Il giorno dopo, raggiunti dal vescovo Luciano Giovannetti, abbiamo celebrato nel santuario di Maria Theotokos la Messa a conclusione della nostra avventura, durante la quale è stata sottolineata la necessità di porre lo Spirito Santo, protagonista della Gmg, a guida della nostra vita, impegnandoci a non rimanere chiusi nel Cenacolo ma ad essere missionari del Vangelo. Lungo tutto il nostro percorso i momenti forti sono stati tantissimi, sempre legati all’amore delle persone incontrate e alla bellezza del Creato che spesso il ritmo frenetico della quotidianità non permette di ammirare. La strada fatta con l’anima è stata molta di più che quella con i piedi e la fatica ha contribuito sicuramente a questa crescita. Ogni tappa ci ha arricchiti e lasciare chi ci accoglieva è stato ogni volta difficile, pur certi che l’amore costruito sarebbe rimasto come traccia indelebile nei nostri cuori. È stata un’esperienza che consigliamo vivamente a tutti perché ci ha fatto scoprire la gioia di dare e di ricevere, di essere testimoni autentici di Gesù ascoltando la sua chiamata: «Vieni e Seguimi».

Gianpaolo Filisetti e Stefano Isolan