Italia
Gli scout e l’Europa
di Francesca Franciolini
«I giovani scout e l’Europa»: questo il tema centrale dell’indagine promossa dalla Provincia di Firenze e dalla Federazione italiana scoutismo (Fis), realizzata dall’Istituto degli Innocenti e presentata a Palazzo Medici Riccardi (sede della Provincia di Firenze) sabato 15 marzo. La ricerca è stata effettuata in occasione di Roverway 2006, un evento per giovani scout e guide fra i 16 e i 22 anni, organizzato dalla Fis nell’agosto del 2006, a cui hanno partecipato circa 4 mila ragazzi provenienti da 36 Paesi europei e non. Ragazzi diversi fra loro per origine e cultura, accomunati dai principi scout e dal motto dell’evento: «Dare to share – osare la condivisione».
Il campione della ricerca: 2522 giovani scout provenienti da 25 paesi europei, di età compresa fra i 16 e i 21 anni. Obiettivo principale: tentare di capire i ragazzi di oggi (non solo italiani) sotto diversi punti di vista, per stimolare riflessioni nel mondo educativo, che portino all’acquisizione di strumenti formativi migliori e ad una maggiore attenzione e consapevolezza dei bisogni dei giovani. Non va dimenticato che la ricerca non rappresenta la totalità del mondo scout, ma solo un campione al suo interno e, soprattutto, non solo lo scoutismo cattolico.
Il questionario presentato nel corso di Roverway e compilato dai partecipanti è diviso in sette aree tematiche.
L’esperienza scout. Fra le caratteristiche principali dell’essere scout, la più importante è la disponibilità verso gli altri e l’aiuto in spirito di servizio. Tale convinzione trova la sua radice nella finalità dell’esperienza scout come l’ha teorizzata il fondatore Baden Powell: «lasciare il mondo un po’ migliore di come lo si è trovato». Al secondo posto troviamo il saper vivere e lavorare in gruppo, conseguenza della natura dello scoutismo.
Religiosità e spiritualità. A Roverway erano presenti le associazioni di tutte le religioni. Per questo la domanda sulla religione di appartenenza era a risposta libera. I risultati del questionario riscontrano che il 50% del campione è credente, il 16% in ricerca, il 15% è credente ma non si riconosce in nessuna confessione religiosa.
Etica e legalità. È questo il campo in cui si riscontrano maggiori similitudini con il mondo dei giovani in generale, anche se non si può parlare di trasgressione effettiva. La giusta chiave di lettura in questo campo è la propensione a poter compiere o meno certe azioni, visto che la domanda posta era formulata in senso possibilistico. Alla luce di questo risulta che le azioni maggiormente suscettibili di essere provate sono l’utilizzo di materiale pirata, l’avere rapporti sessuali prima del matrimonio, la convivenza. Tali atteggiamenti nel mondo giovanile sembrano non essere percepiti come trasgressione, ma come normalità, da qui la relatività dell’etica e della legalità.
Partecipazione sociale e fiducia nelle istituzioni. Un dato che deve far riflettere è la crescente sfiducia dei giovani scout nei confronti delle autorità politiche, dei partiti, dei sindacati e dei funzionari dello Stato.
Consumi e stili di vita. Le attività maggiormente svolte nel tempo libero sono ascoltare musica e radio, frequentare gli amici, guardare la tv, fare sport. I beni di consumo maggiormente posseduti sono il PC, il cellulare, i lettori cd/dvd. I beni più desiderati sono invece l’auto e il computer portatile.
Cittadinanza europea. Il sentimento di appartenenza territoriale dei giovani scout è molto variegato, ma si può dividere in due livelli. Il primo, quello più sentito, è il forte senso di appartenenza alla propria nazione e alla propria città. Il secondo è l’appartenenza alla Comunità Europea, sentimento meno radicato.
Futuro. I giovani scout pensano di potersi realizzare professionalmente nel loro futuro, ma, per contraddizione, pensano che il lavoro che svolgeranno non sarà utile alla società e non gli farà guadagnare tanti soldi (anche se i soldi non sono un valore fondamentale per loro).