Italia
Giustizia: Mattarella, «magistratura non risponde a opinioni correnti, è soggetta solo alla legge»
Soffermandosi sul lavoro svolto dal Csm nel quadriennio appena conclusosi, il Capo dello Stato ha evidenziato lo sforzo fatto per «rendere più efficace l’azione giudiziaria, potenziando gli strumenti organizzativi disponibili». «Ho avuto modo di apprezzare anche le linee-guida adottate per una corretta comunicazione sociale, le quali rappresentano segno evidente dell’importanza attribuita alla trasparenza e alla comprensibilità delle decisioni giudiziarie, qualità che rafforzano l’indipendenza della magistratura e, più in generale, l’autorevolezza delle istituzioni», ha proseguito Mattarella, secondo cui «l’attenzione e la sensibilità agli effetti della comunicazione non significa – come tante volte è stato ricordato in tante sedi – orientare le decisioni giudiziarie secondo le pressioni mediatiche né, tanto meno, pensare di dover difendere pubblicamente le decisioni assunte». Il presidente ha ricordato come per la magistratura siano «doverose la credibilità e la trasparenza del suo agire, che possono essere rafforzate anche da un’adeguata comunicazione istituzionale».
Ricordando che «il Csm è lo strumento, previsto dall’Assemblea Costituente, per dare concretezza al principio di indipendenza della giurisdizione, principio che costituisce un cardine della nostra democrazia», Mattarella ha evidenziato come i componenti «laici» che ne fanno parte «sono eletti non perché rappresentanti di singoli gruppi politici (di maggioranza o di opposizione) bensì perché, dotati di specifiche particolari professionalità, il Parlamento ha affidato loro il compito di conferire al collegio un contributo che ne integri la sensibilità». «Al contempo – ha proseguito il Capo dello Stato -, i togati non possono e non devono assumere le decisioni secondo logiche di pura appartenenza». «Ciò che deve guidare i componenti – tutti del Csm – è il senso del servizio all’istituzione così come la prospettiva del servizio al Paese», ha ammonito Mattarella, rimarcando che «dal Consiglio superiore della magistratura la Repubblica si attende che questo sia l’unico criterio di comportamento».