Trovare la strada del dialogo e della riconciliazione per le vittime del conflitto nella ex Jugoslavia, affinché le loro divergenti richieste di giustizia e verità siano riconosciute: è l’auspicio contenuto nella dichiarazione finale dell’incontro di Giustizia e pace Europa, che ha riunito dal 26 al 30 settembre a Belgrado i rappresentanti delle 31 commissioni nazionali che fanno parte dell’organismo europeo, nato nel 1971 per far sentire la voce delle Chiese europee sui temi della lotta alla povertà, migrazioni, diritti dell’uomo, pace. A Belgrado si è svolto il seminario sul tema Guarire le ferite e i ricordi delle guerre: la Serbia di fronte al presente e al passato, insieme all’assemblea generale che ha eletto il nuovo presidente di Giustizia e pace Europa: si tratta di mons. Gérard Defois, arcivescovo emerito di Lille, che ha annunciato la sua volontà di lavorare a nuove forme di solidarietà europea: la solidarietà economica, politica e l’apertura culturale e spirituale, per vivere la pluralità come una ricchezza e non come una minaccia. I partecipanti si sono recati anche a Pristina e Mitrovica in Kosovo, e a Vukovar in Croazia, incontrando le realtà locali. Nella dichiarazione si riconosce che la situazione è estremamente complessa, con tanta sofferenza da parte di ogni comunità visitata.Non sorprende osserva la nota che, come in ogni fase di post-conflitto, la versione della verità di una persona contraddice quella di un’altra. Perciò, affermano, una delle più significative sfide per il futuro sarà quella di trovare una strada per il dialogo e la riconciliazione di questi diversi punti di vista. Tutte le vittime ascoltate, precisano, hanno espresso un autentico desiderio di pace, riconoscendo che la riconciliazione è l’unica strada da percorrere. E’ inoltre diffusa la volontà di impegnarsi e partecipare a questi processi. C’è anche la convinzione che non si deve permettere che quanto accaduto si ripeta ancora e che la pace, a lungo termine, può essere realizzata solo se vengono garantiti il rispetto e una giustizia equa per tutti. I rappresentanti delle 31 conferenze episcopali europee riconoscono anche il contributo che i leader religiosi possono dare a questo processo. A questo proposito si è svolta una fruttuosa tavola rotonda a Belgrado tra leader musulmani, ortodossi e cattolici. Abbiamo verificato che le comunità di fede si legge nella dichiarazione possono avere un ruolo guida nel processo di riconciliazione, ed essere esempio che altri possono seguire. Nel documento si ricorda anche l’importanza dell’educazione dei giovani e si conclude con l’impegno a continuare a sostenere gli sforzi per la riconciliazione in questa regione.Sir