Giubileo 2025

Giubileo, una fiumana di persone all’apertura a Grosseto

La celebrazione presieduta da mons. Giovanni Roncari che amministra la diocesi in attesa del nuovo vescovo

Grosseto

Un fiume di persone, ben oltre le più rosee aspettative, ha preso parte, questo pomeriggio, alla solenne celebrazione di apertura del Giubileo nella diocesi di Grosseto. Come stabilito da papa Francesco, infatti, nella giornata del 29 dicembre in ogni diocesi del mondo si sono tenuti riti per sancire l’avvio dell’Anno Santo. A differenza del giubileo straordinario della misericordia, nel 2016, in cui il Papa sancì che ci fossero porte sante in ogni diocesi, stavolta – trattandosi di un Giubileo ordinario – solo a Roma si possono varcare. Nelle Diocesi esistono luoghi giubilari per coloro che, per motivi di salute o altro, non possono recarsi a Roma. In particolare, luogo giubilare per eccellenza è proprio la chiesa cattedrale, madre di tutte le altre chiese di un territorio. Ed è lì che mons. Roncari, dal 19 dicembre amministratore apostolico di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello, ha sancito solennemente l’inizio del Giubileo. Il rito è iniziato però nella chiesa di San Francesco, dove è stata data lettura di alcuni brani della bolla di indizione dell’Anno Santo della speranza. Al termine, ha preso avvio la processione verso la cattedrale, che ha attraversato via Andrea da Grosseto, via Saffi, per poi imboccare corso Carducci e arrivare in piazza Duomo. Durante il percorso – aperto dalla croce giubilare (una tavola dipinta su entrambi i lati, opera di Piero Casentini, del 2007) – la recita delle litanie dei santi e il canto di alcuni salmi. Arrivati in piazza Duomo il Vescovo con alcuni accoliti e il cerimoniere è salito sul sagrato fermandosi sulla soglia del portale d’ingresso della navata centrale, ha preso la croce tra le mani, l’ha innalzata verso il popolo per un breve momento di adorazione. Qui il Vescovo ha varcato l’ingresso mentre il coro, diretto dal maestro Luca Bernazzani e formato da corale Gaudete e da coristi di varie corali delle parrocchie, ha intonato l’Inno del Giubileo “Pellegrini di speranza”. Una volta che i sacerdoti concelebranti (oltre quaranta) e il popolo hanno preso posto in cattedrale, il Vescovo, al fonte battesimale, ha invitato i presenti a rivivere la memoria del Battesimo, aspergendo i concelebranti e il popolo con l’acqua benedetta. La Messa è proseguita nel modo ordinario sino alla fine.

Numerose le autorità presenti al rito sia civili che militari.

Nella sua omelia, l’amministratore apostolico si è soffermato sul significato della porta sottolineando che “Gesù stesso ne esplicita il senso e il significato affermando che Lui è la porta”. “Allora anche noi teniamo fisso lo sguardo su Colui che dà origine alla fede e la porta a compimento”. Ma mons. Roncari ha invitato tutti a considerare anche “la porta santa che abbiamo accanto: nei nostri, paesi, nelle parrocchie, nei condomini…in tutte quelle realtà che ci mettono accanto gli uni agli altri”. Infine l’amministratore apostolico ha indicato una terza “porta”, riferendosi a ciò che Gesù dice nell’Apocalisse: “Io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e mi apore io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”. Sono dunque due le “porte sante” che il Vescovo Roncari ha esortato a passare in questo anno giubilare: “La porta che è Cristo, la sua parola, la sua persona che ci richiedono orecche attente per accorgersi quando è Lui che bussa alla nostra porta”.

L’intera celebrazione è stata curata e coordinata dall’ufficio liturgico diocesano, con in testa il cerimoniere don Marco Gentile, che al termine ha voluto leggere una nota di ringraziamento per  sottolineare come “la liturgia manifesta la realtà della Chiesa, varia nei suoi carismi, ordinata secondo lo Spirito, riunita intorno al Vescovo, icona di Cristo, con il suo presbiterio ed i suoi diaconi”. Per questo ha menzionato tutti coloro che, dai vari uffici pastorali e non solo, hanno dato il loro contributo perché la celebrazione non fosse solo bella, ma come circostanza che conferma e fa “percepire meglio la comunione che la liturgia in se stessa manifesta e realizza”. Alcune associazioni (Confraternita di Misericordia, Cisom Cattolici Templari d’Italia, Unitalsi) hanno dato il loro apporto per il servizio d’ordine e per garantire anche la partecipazione di alcuni ammalati. Luca Bernazzani l’organista della Cattedrale e membro dell’Ufficio Liturgico, Alessandro Mersi hanno studiato la scelta dei testi e delle musiche da proporre; don Fabio Menghini, della diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello, si è reso disponibile e ha collaborato nell’animazione dell’assemblea. Michele Lottini ha composto la musica per il salmo responsoriale e per le antifone dei salmi per la processione. La grafica Michela Giannini ha curato il libretto della celebrazione. Don Andrea Pieri, don Stefano Papini e don Claudio Bianchi hanno prestato il loro servizio come cerimonieri e responsabili di vari aspetti organizzativi, mentre gratitudine è stata espressa anche verso l’ufficio di pastorale giovanile, per il coinvolgimento dei giovani ed il loro servizio nella celebrazione, al Capitolo della Cattedrale, al suo Proposto ed al sacrista; alla Parrocchia di San Francesco che ha messo a disposizione i suoi spazi ed i volontari per l’accoglienza. E infine agli accoliti, ai diaconi e ai seminaristi per il servizio all’altare.