Fiesole

Giubileo, Manetti (diocesi Fiesole): “L’ascolto sia il nostro habitus quotidiano”

Con l'apertura della porta della cattedrale di San Romolo l'avvio dell'Anno santo nella diocesi fiesolana. Presenti oltre 1500 fedeli

Alle 16 si è aperta nella chiesa di S. Maria Primerana a Fiesole la celebrazione di apertura del Giubileo 2025 in diocesi. Dopo la processione che ha condotto nel sagrato della cattedrale di San Romolo dove il vescovo Stefano Manetti ha aperto la porta aprendo l’Anno Santo per la chiesa fiesolana.

A seguire la celebrazione della Messa solenne partecipata da oltre 1500 persone accorse da tutta la diocesi. “Ogni pellegrino prima di intraprendere il viaggio controlla nel proprio zaino se c’è il necessario per il suo cammino. Maria, nostra Madre, ci ricorda oggi la cosa indispensabile per questo pellegrinaggio di Speranza: l’ascolto, appunto. D’altra parte il giubileo deriva il suo nome dal corno di ariete (jobel) il cui suono faceva iniziare l’anno santo, come dice la Scrittura: farete echeggiare il corno per tutta la terra (Lev 25,9). Vi invito pertanto cari fratelli e sorelle qui riuniti, a intercettare questo prolungato suono che percorre (echeggia) tutta la terra: è un suono messaggero di quanto sgorga dal cuore di Dio, dei suoi sentimenti nei nostri confronti” ha detto il vescovo Stefano all’omelia.

“Il crocifisso, che ha guidato il nostro piccolo pellegrinaggio all’inizio di questa celebrazione, – ha continuato mons. Manetti – adesso è posto in vista sulla balaustra per essere guida sicura verso la Speranza. Egli sta lì a ricordarci che niente può separarci dall’amore più grande di tutti, più grande dell’odio e della morte, più grande di ogni ostacolo che incontriamo sul nostro cammino. Un amore che continuamente si manifesta in tanti miracoli di amore, precede, ispirandoli, ogni nostro pensiero e ogni nostra azione nelle varie occupazioni della vita, da quelle con maggiori responsabilità verso la comunità civile ed ecclesiale a quelle della famiglia, del lavoro, del dover portare il peso dell’età, della malattia e della solitudine. L’amore di Cristo ci spinge in mille modi, non a caso lo Jobel veniva suonato nel giorno dell’espiazione, dedicato al perdono dei peccati, per educarci a riconoscere la potenza del sangue di Cristo nello sconfiggere il male”.

“L’ascolto sia il nostro habitus quotidiano, sorretto dalla pazienza, nel senso di patiens, per aprire il cuore al dolore dell’altro, per venire incontro ad ogni indigenza, materiale e morale ed essere non solo pellegrini ma seminatori di Speranza in tanti cuori vacillanti, e continuare così a costruire, tenacemente, un mondo migliore”, ha concluso il vescovo Stefano Manetti.