Firenze

Giovedì santo, il cardinale Betori ricorda l’incendio di Notre Dame: «Abbiamo bisogno di simboli che uniscono»

«Abbiamo ancora negli occhi – ha affermato l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, – le fiamme che hanno divorato la guglia e il tetto di Notre Dame, angosciati per la rovina che ha subito la cattedrale di Parigi, ma alla fine rincuorati che la sua struttura abbia resistito e lasci sperare un pieno recupero, in termini pasquali una risurrezione – così auspichiamo – di una così importante espressione della storia del cattolicesimo, dell’arte e della Francia. Ci sentiamo vicini alla comunità cattolica e alla gente tutta della capitale francese, accompagnando la loro prova con l’offerta di ogni utile aiuto, come hanno fatto le autorità della nostra città e quelle dell’Opera della nostra cattedrale e di altre basiliche e istituzioni culturali fiorentine; altrettanto vicini vogliamo essere con la preghiera, perché il Signore dia forza in questo momento di prova e coraggio nell’impegnativo lavoro di ricostruzione».

«Accanto alla vastità e alla profondità della devastazione – ha aggiunto – ha colpito in questi giorni il sentimento di partecipazione che ha coinvolto tante e così diverse persone. In Notre Dame si è infatti riconosciuto senza esitazioni un simbolo rappresentativo identitario della fede e del sacro; per molti un simbolo d’identità della Chiesa cattolica, cioè della comunità ecclesiale che gli ha dato vita e alla quale si offriva e si offrirà quale spazio del suo convenire, del suo raccogliersi come assemblea del popolo di Dio; per altri, e non pochi, in quella chiesa si è riconosciuta l’identità della città di Parigi, della nazione francese, dell’Europa, della sua storia e della sua civiltà. Un convergere di sentimenti che mostrano come attorno a un simbolo, attorno ai simboli si crei unità e si riscoprano identità, magari offuscate da una cultura che tende tutto a omologare come quella che oggi domina il mondo globalizzato. Abbiamo scoperto in questi giorni che dei simboli abbiamo bisogno, per riconoscere e dire chi siamo, e non per segnare confini, per produrre lacerazioni, per creare opposizioni, antagonismi, ostilità; al contrario, abbiamo bisogno di simboli che ci identifichino per offrirci agli altri nella nostra più profonda verità, come esigenza di autenticità dell’incontro e del dialogo».

Nella Messa crismale della mattina, Betori aveva ricordato i sacerdoti che celebrano gli anniversari di sacerdozio, con un pensiero particolare al cardinale Gualtiero Bassetti, che compie 25 anni di episcopato.