Cultura & Società

Giovanni Papini, l’uomo… infinito

di Vincenzo ArnoneL’8 luglio 1956 moriva a Firenze lo scrittore Giovanni Papini. (era nato nel 1881).Sulle colonne de La Nazione del giorno dopo un’intera pagina commemorava la vita e l’opera dello scrittore fiorentino; critici e giornalisti cercavano di leggere – in maniera ampia e generale – l’attività letteraria di uno degli scrittori più inquieti del Novecento. Tra l’altro vi era scritto: «Papini, uomo e scrittore, non fu scrittore e uomo senza errori. Molto vilipeso e molto incensato, per ragioni non tutte letterarie, ebbe nemici sordi e amici incondizionati, le cui voci petulanti gli nocquero talvolta più di quelle lealmente ostili; avendo avuto in dote qualità eccezionali, come ne genera a Firenze la pianta uomo, fu esposto a insidie d’ogni sapore, artistiche e politiche. Ne assaggiò e ne fu morso». Poche parole che ritraggono in maniera sufficiente l’uomo e lo scrittore Papini.

Oggi, a distanza di cinquanta anni dalla morte, si può dire che è… come ospite in casa sua. Eppure io credo che una certa memoria andrebbe fatta per quel che ha significato l’opera di Papini per Firenze e la Toscana, a cominciare dal lontano 1903 fino al 1956. Mezzo secolo di cultura, di saggistica, di polemiche, di impennate religiose e letterarie, di progetti, di riviste che fecero di Firenze realmente la capitale culturale d’Italia; e da richiamare nel capoluogo toscano scrittori e poeti tra i più grandi, Montale, Vittorini, Quasimodo, Bo. Magari in arte – l’arte poetica e letteraria che nasce come vuole e dove vuole – Papini poi venne… sorpassato da alcuni amici e collaboratori, ma questo è un altro discorso e appartiene al mistero dell’arte e della poesia che spira dove vuole, ma fuor di dubbio che Papini fu un operatore culturale e un letterato che non si dava per vinto. Aveva mille idee, mille progetti, scriveva moltissimo, leggeva tutto; era un uomo… infinito (come l’ho definito nella mia monografia) non solo per i suoi svariati interessi, ma anche per la tensione religiosa e cristiana che nutrì fortemente dall’anno della sua conversione, 1919.

Forse le nuove generazioni non conoscono le opere di Papini, ma è bene che alcune in modo particolare vengano aperte e valorizzate per una dimensione poetica che poi non è così rara come potrebbe sembrare: Un uomo finito, Storia di Cristo, Sant’Agostino, Seconda nascita, Dante vivo, Il tragico quotidiano, La felicità dell’infelice…. Oltre al vastissimo epistolario con scrittori e letterati del suo tempo: De Luca, Bargellini, Soffici, Prezzolini, Bo.Forse due affermazioni dello stesso Papini ci danno l’idea della personalità scontrosa e dolce dello scrittore. La prima costituisce il celebre attacco di Un Uomo finito: «Io non son mai stato bambino. Non ho avuto fanciullezza, sì è vero. Io non sono stato bambino. Sono stato un “vecchio” e un “rospo” pensoso e scontroso. Fin da allora il meglio della mia vita era dentro di me». La seconda è tratta dalla Seconda nascita: «Agli uomini che sempre più vorrei amare, non posso offrire che un pò della mia anima, una testimonianza leale, scritta col cuore, ma che per necessità si esterna in parole. È poco, quasi nulla. Ma un’anima anche s’è la più ignobile tra quante abitarono carne d’uomo, è pur la maggior ricchezza della terra».

E non va ignorato quanto già nel 1981 (centenario della nascita di Papini) scriveva Giorgio Luti, grande studioso della cultura fiorentina dell’Ottocento e del Novecento: «Sembra giunto il momento per una equilibrata riconsiderazione storica della figura e dell’opera di Giovanni Papini. Sgombrato il campo da persistenti stereotipi, si può forse avviare oggi un bilancio storicamente attendibile di un personaggio che come pochi altri del Novecento italiano riflette la condizione e l’itinerario, la coscienza e il ruolo dell’intellettuale italiano del primo Novecento».

Considerazione quanto mai attuale sulla narrativa di uno scrittore che andrebbe «riletto» e rivalutato.

Bibliografia essenziale per conoscere meglio l’opera di Papini:• Roberto Ridolfi, Vita di Giovanni Papini, Ed. Storia e letteratura, 1957

• Vittorio Vettori, Giovanni Papini, Borla 1967

• Mario Isnenghi, Papini, La Nuova Italia, 1972

•Carmine Di Biase, Giovanni Papini l’anima intera, Ed. Scientifiche italiane, 1999

• Vincenzo Arnone, Papini un uomo… infinito, Edizioni Messaggero 2005.