Vita Chiesa

GIOVANNI PAOLO II, VEGLIA DEI GIOVANI A ROMA: CARD. DZIWISZ E CARD. RUINI, «NON CI HAI MAI LASCIATI SOLI»

Giovanni Paolo II è morto tre anni fa: da allora “non ci hai mai lasciati soli”. Lo ha detto ieri sera il card. Stanislao Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, rivolgendosi a colui di cui fu segretario particolare, al termine della veglia di preghiera alla tomba nelle grotte vaticane. L’incontro di preghiera era a cura della pastorale giovanile Cei e dalla diocesi di Roma. Rivolgendosi ai giovani, il porporato ha ricordato la folla di quella sera in piazza San Pietro: “siamo venuti oggi come tre anni fa per stare con lui, per pregare, cantare, per ringraziare. Siete sentinelle del mattino – ha proseguito – gioventù che annuncia il giorno, una nuova stagione, piena di sole. Siete la generazione di Giovanni Paolo II che ha il compito della nuova evangelizzazione”. E rivolgendosi a papa Wojtyla: “il tuo servizio alla Chiesa continua anche se in modo diverso. Pensiamo al tuo insegnamento, all’esempio della tua vita che continua a parlare alle nostre coscienze. Santo Padre, desideriamo tutti – ha proseguito – prendere la tua eredità, per proseguire il tuo programma della nuova evangelizzazione. Desideriamo proclamare la sacralità della vita e della santità della famiglia nel matrimonio. Nel nome di Gesù siamo dalla parte dei poveri, degli umili, di quelli che non hanno nulla, dei perseguitati a causa della loro giustizia o della religione”. “Dalla finestra della casa del Padre – ha concluso il cardinale in videocollegamento in lingua polacca ai giovani di Cracovia – si vede meglio, dunque ti chiediamo di vegliare sui giovani di oggi, sulle loro aspirazioni, speranze, preoccupazioni. Giovanni Paolo II, Santo padre, grazie per tutto”. La veglia – alla quale ha partecipato un centinaio di giovani – è stata guidata dal card. Camillo Ruini che, introducendo la recita del Rosario, ha sottolineato che la vita eterna “è la nostra chiamata, il nostro destino. Questo era il segreto della vita e della testimonianza di Giovanni Paolo II, l’origine della sua capacità di amare e di soffrire”. “Questa vita è il frutto dell’amore che Dio ha per noi, non è un cieco destino e perciò questa vita non si interrompe e non finisce con la morte”. La veglia, con le meditazioni del card. Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro – si è interrotta, per un momento di silenzio, alle 21,37, l’ora della morte di Giovanni Paolo II, il 2 aprile del 2005. Con i giovani anche mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, e mons. Renato Boccardo, segretario del Governatorato vaticano.Sir