Cultura & Società

Giovanni Paolo II: su RaiUno “L’uomo in bianco”, per raccontare “il Papa del coraggio”

Tra memoria e attualità, con testimonianze inedite e ricostruzione della vita, della personalità, dell’umanità del Papa polacco. Seguiranno nel mese di giugno, sempre nella stessa collocazione oraria, il racconto degli altri tre grandi Pontefici del ‘900. Giovanni Paolo I (in onda il 7 giugno), Paolo VI (in onda il 14 giugno), Giovanni XXIII (in onda il 21 giugno).

Nella puntata dedicata a Giovanni Paolo II, realizzata da Martha Michelini, raccontano Wojtyla il card. Stanislao Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia, per trent’anni segretario di Giovanni Paolo II, il card. Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, lo scrittore vaticanista Gianfranco Svidercoschi e il fotografo di Giovanni Paolo II, Arturo Mari. Il card. Dziwisz – spiega la Rai – parla, tra l’altro, della capacità di Wojtyla di fare il primo passo nel dialogo, per esempio, con gli ebrei nella storica visita alla Sinagoga di Roma, il 13 aprile del 1986. Tra i tanti ricordi di Gianfranco Svidercoschi, all’epoca vicedirettore dell’Osservatore Romano, i retroscena dello storico discorso sulla mafia di Giovanni Paolo II ad Agrigento e il perdono al suo attentatore Ali Agca. Commenta Svidercoschi: “Come fai a sopportare, se non hai coraggio, il dar la mano a chi ti ha sparato? Stringere la mano che aveva la pistola che ti ha sparato e sentire il tuo attentatore che invece di salutarti dice ‘perché lei non è morto?’”.

Un coraggio quello di Wojtyla radicato nella fiducia totale in Dio e in Maria, come spiega il card. Comastri che, racconta, tra l’altro, come esaudì l’ultimo desiderio di Wojtyla prima di morire: “il Papa volle che si mettesse una corona sul capo della Madonna. Era l’ultima carezza prima di morire, poi la sera è andato in cielo e il grazie glielo ha detto a voce”. Commuovente la testimonianza del fotografo Arturo Mari, così presente accanto a Giovanni Paolo II quotidianamente, da riconoscere – racconta – addirittura il “profumo” che emanava dalla sua preghiera.