Vita Chiesa
Giovanni Paolo II sorpassa Leone XIII
Dei due Pontefici che lo precedono, nella lista del primato, l’uno l’apostolo Pietro fu destinato al martirio, dopo aver dato l’addio alla sua Galilea per una nuova patria, per segnare con il sangue la sua missione a Roma. L’altro, Pio IX, proprio dal Santo Padre elevato agli altari il 3 settembre del 2000, governò per 31 anni la Chiesa nel ristretto dei palazzi apostolici, in una città che gli aveva voltato le spalle.
Appena eletto, Giovanni Paolo II ha voluto subito forzare un altro assedio che tuttora stringe la fede cristiana: quel suo grido “aprite le porte a Cristo” intendeva rompere quel muro di indifferenza, se non di ostilità, che rende impermeabile la coscienza dell’uomo moderno all’annuncio del Vangelo. E ancorandosi fortemente alle radici della missione di Pietro, ha sentito come prima urgenza una nuova evangelizzazione, contro dubbi e perplessità persino domestici.
Con Pietro ha anche in comune le prove del dolore. Perché questo lungo pontificato è stato segnato dalla sofferenza. Per le esperienze vissute dall’uomo Wojtyla fin dalla sua prima giovinezza, in famiglia e durante la guerra mondiale. E sotto un regime che non sopportava l’idea stessa della fede. E poi l’attentato, le malattie. Ma soprattutto le ansie per una pace, sempre vacillante, nel confronto tra Occidente e Oriente, e oggi minacciata dal fondamentalismo e dal terrorismo. E, non ultima, l’insopportabile divisione del mondo tra Paesi ricchi e Paesi poveri, tra chi spreca e chi muore di fame.