Vita Chiesa

GIOVANNI PAOLO II: LA PACE E’ UN DONO DA CSTODIRE CON CURA

La pace è un “dono da accogliere con generosità, da custodire con cura” e da far “fruttificare con maturità e responsabilità”. Lo ha detto il Papa nel corso dell’udienza generale in Piazza San Pietro. La pace, ha aggiunto Giovanni Paolo II, “non è dunque il risultato di sforzi umani, né può essere raggiunta soltanto grazie ad accordi fra persone ed istituzioni”. Il richiamo alla pace ha caratterizzato tutta la catechesi odierna del Papa: per quanto “travagliate siano le situazioni e forti le tensioni e i conflitti”, Wojtyla rileva che “nulla può resistere all’efficace rinnovamento portato dal Cristo risorto”. E’ Gesù “la nostra pace”, sottolinea Giovanni Paolo II, aggiungendo che “la pace è il dono offerto agli uomini dal Signore risorto ed è il frutto della vita nuova inaugurata dalla sua resurrezione”. Il papa, che è apparso in una buona forma dopo le fatiche dei riti di Pasqua, non ha letto il passaggio relativo alla pace nella catechesi in italiano, ma lo ha fatto poi nei saluti in francese. Un’udienza affollata, alla quale hanno preso parte circa 15 mila persone, in particolare con un pellegrinaggio della diocesi di Lucca, guidata dal vescovo Bruno Tommasi.

Ecco il testo ufficiale della catechesi di oggi:

1. In questi giorni dell’Ottava di Pasqua è grande l’esultanza della Chiesa per la risurrezione di Cristo. Dopo aver subito la passione e la morte in croce, Egli è ora vivo per sempre e la morte non ha più alcun potere su di Lui.

Dalla comunità dei fedeli, in ogni parte del mondo, si innalza al cielo un cantico di lode e di ringraziamento a Colui che ha liberato l’uomo dalla schiavitù del male e del peccato mediante la redenzione operata dal Verbo incarnato. È quanto esprime il Salmo 135 poc’anzi proclamato, che costituisce uno splendido inno alla bontà del Signore. L’amore misericordioso di Dio si rivela pienamente e definitivamente nel Mistero pasquale.

2. Dopo la sua risurrezione, il Signore appare più volte ai discepoli e a più riprese li incontra. Gli Evangelisti riferiscono diversi episodi dai quali traspare lo stupore e la gioia dei testimoni di così prodigiosi eventi. Giovanni, in particolare, pone in evidenza le prime parole rivolte dal Maestro risorto ai discepoli.

“Pace a voi”, Egli dice entrando nel Cenacolo, e ripete questo saluto per ben tre volte (cfr Gv 20,19.21.26). Possiamo dire che quest’espressione “pace a voi”, in ebraico shalom, contiene e sintetizza, in un certo modo, tutto il messaggio pasquale. La pace è il dono offerto agli uomini dal Signore risorto ed è il frutto della vita nuova inaugurata dalla sua risurrezione.

La pace, pertanto, si identifica come “novità” immessa nella storia dalla Pasqua di Cristo. Essa nasce da un profondo rinnovamento del cuore dell’uomo. Non è dunque il risultato di sforzi umani né può essere raggiunta soltanto grazie ad accordi fra persone e istituzioni. È piuttosto un dono da accogliere con generosità, da custodire con cura, e da far fruttificare con maturità e con responsabilità. Per quanto travagliate siano le situazioni e forti le tensioni e i conflitti, nulla può resistere all’efficace rinnovamento portato dal Cristo risorto. È Lui la nostra pace. Come leggiamo nella Lettera di san Paolo agli Efesini, Egli con la sua Croce ha abbattuto l’inimicizia “per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace” (2,15).

3. L’Ottava di Pasqua, pervasa di luce e di gioia, si concluderà domenica prossima con la domenica in Albis, chiamata anche domenica della “Divina Misericordia”. Di questa misericordia di Dio, “che si muove a pietà dei suoi servi” (Sal 135,14), la Pasqua è manifestazione perfetta.

Con la morte in Croce, Cristo ci ha riconciliato con Dio e ha posto le basi nel mondo di una fraterna convivenza fra tutti. In Cristo l’essere umano fragile e anelante alla felicità è stato riscattato dalla schiavitù del Maligno e della morte, che genera tristezza e dolore. Il sangue del Redentore ha lavato i nostri peccati. Abbiamo così sperimentato la potenza rinnovatrice del suo perdono. La misericordia divina apre il cuore al perdono verso i fratelli, ed è con il perdono offerto e ricevuto che si costruisce la pace nelle famiglie e in ogni altro ambiente di vita.

Rinnovo volentieri i miei più cordiali auguri pasquali a tutti voi, mentre vi affido insieme alle vostre famiglie e alle vostre comunità alla celeste protezione di Maria, Madre della Misericordia e Regina della Pace.

(fonte: Sito del Vaticano)