“L’avvenire della società passa attraverso la famiglia”, che deve diventare sempre più “protagonista della nuova evangelizzazione”: a ribadirlo è stato ieri il Papa, prima dell’Angelus domenicale. Rivolgendosi alle “migliaia i famiglie di ogni razza e nazione”, radunate a Manila per il IV incontro mondiale delle Famiglie, il Papa, citando la “Familiaris consortio”, ha sottolineato che “l’avvenire della società passa attraverso la famiglia”, e ha tracciato l’identikit della famiglia del terzo millennio: “quella inautentica basata sugli egoismi individuale”, ha precisato riferendosi al modello di famiglia più in voga oggi, è una “caricatura” della famiglia che “non ha futuro e non può dare futuro ad alcuna società”. La famiglia, invece, per il Papa è “buona notizia” nella misura in cui “accoglie e fa propria la perenne vocazione che Dio ha posto all’inizio dell’umanità”: un “progetto di vita”, questo, “originario” ma “condiviso anche da tanti coniugi non cristiani”. In questa prospettiva, ha sottolineato Giovanni Paolo II, “la famiglia appare ai nostri giorni via privilegiata di dialogo tra diverse religioni e culture, e quindi via di riconciliazione e di pace”. Dopo l’Angelus, il Papa ha ricordato la Giornata mondiale dei malati di lebbra, giunta alla sua 50a edizione, e il suo “celebre iniziatore”, Raoul Follerau, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita: ancora “attuale”, per il Pontefice, il suo “appello”, che “invitava a destinare risorse non agli arsenali bellici, ma a combattere la miseria e le malattie”. “Sono vicino ai fratelli e alle sorelle che purtroppo ancora soffrono a causa del morbo di Hansen ha concluso il Papa – , e incoraggio a moltiplicare gli sforzi per debellarlo, sia sul piano sanitario che su quello sociale”. Sir