Vita Chiesa

GIOVANNI PAOLO II «CIVUS ROMANUS»

Una Roma che “ho imparato a conoscere e ad amare sin dal novembre del 1946, quando qui giunsi come studente”, e di cui “il vescovo di Roma si sente onorato di poter ripetere oggi, con particolare intensità significato, le parole dell’apostolo Paolo: ‘Civis romanus sum'”. Questo, in sintesi, il “tributo” reso oggi dal Papa alla Capitale, in occasione del conferimento a Giovanni Paolo II della “cittadinanza onoraria di Roma”, da parte del Sindaco Walter Veltroni.

In apertura del suo discorso, il Papa ha ricordato “il legame affettivo” più che cinquantennale con Roma, che “avviato” nel 1946 “si è rafforzato in me negli ultimi 24 anni – ha confessato il Santo Padre riferendosi alla durata del suo pontificato -, durante i quali quotidianamente ho sentito la vicinanza e il calore dei suoi abitanti”. “Erede di una millenaria cultura nella quale si è innestato il fecondo germe dell’annuncio evangelico”, ha proseguito il Papa, Roma “non ha soltanto tesori del passato da custodire”, ma “è consapevole di avere un fondamentale compito da svolgere anche per il futuro, a servizio dell’umanità di oggi e di domani”. Visto che “i problemi non mancano”, il Santo Padre ha definito “necessario l’impegno di tutti per consegnare ai posteri il ricco patrimonio civile, morale e spirituale di Roma, così che le nuove generazioni siano da esse sostenute mentre si aprono con fiducia alla vita. Anche in questo ambito – ha assicurato il Pontefice – la Chiesa continuerà, come ha sempre fatto, a compiere il proprio dovere, nel rispetto delle proprie e altrui competenze, ricercando sempre, mediante un dialogo sincero, le intese auspicabili con la civica magistratura su temi e problemi specifici”.

Citando poi la visita in Campidoglio nel 1998, Giovanni Paolo II ha detto che l’evento di oggi “risveglia in me gli stessi sentimenti provati” allora, e ha dichiarato: “Il vescovo di Roma si sente onorato di poter ripetere oggi, con particolare intensità di significato, le parole dell’apostolo Paolo: ‘Civis romanus sum'”. Sir