“L’odierna visita mi permette di sottolineare il vivo desiderio che nutre la Chiesa cattolica di approfondire i legami di amicizia e di reciproca collaborazione con la comunità ebraica”. Con queste parole Giovanni Paolo II ha accolto oggi in Vaticano il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni. “Bisogna riconoscere – ha detto il Pontefice – che in passato le nostre due Comunità hanno vissuto fianco a fianco, scrivendo talora una storia tormentata’, non scevra in alcuni casi di ostilità e diffidenze”. Le indicazioni del Concilio Vaticano II e i “gesti di amicizia compiuti dagli uni e dagli altri, hanno però contribuito in questi anni a orientare le nostre relazioni verso una comprensione reciproca sempre più grande”. Da qui l’auspicio del Santo Padre che questo cammino “prosegua, scandito da iniziative di proficua collaborazione in campo sociale, culturale e teologico, e cresca la consapevolezza di quei vincoli spirituali che ci uniscono”. A tal proposito Giovanni Paolo II ha ricordato, quando il 13 aprile del 1986, ha percorso il breve tratto che a Roma “separa la Sinagoga, simbolo della fede dei figli di Abramo e la basilica di San Pietro, centro della Chiesa”, augurando che “la memoria di quell’evento continui ad esercitare un benefico influsso”. Il pensiero del Papa è infine andato ai “pericolosi clamori di guerra che in questi giorni risuonano nel mondo”: “Noi, ebrei e cattolici, avvertiamo l’urgente missione di implorare la pace e di essere noi stessi operatori di pace. Shalom! Questa bella espressione, a voi molto cara, significa salvezza, felicità, armonia, e sottolinea che la pace è dono fragile, posto nelle mani degli uomini, e da salvaguardare grazie anche all’impegno delle nostre comunità”. Sir