Toscana

GIOVANI TOSCANI A «TANTA TINTA»: LA PACE UNA SCELTA DI VITA

“La pace: una scelta di vita” : è questo il titolo che giovani di tutta la Toscana, riuniti oggi al Viper Theatre di Firenze, hanno voluto dare al loro documento. E questo documento è stato letto in apertura della manifestazione che li ha raccolti da tutta la regione, intitolata “TantaTinta, la Toscana con i giovani e per i giovani” a sottolineare che sono loro i protagonisti della giornata. E non solo. Una giornata che li ha visti presentare i progetti dei quali sono protagonisti attivi e che li ha messi a confronto con le istituzioni, dalla Regione, che ha promosso l’iniziativa, agli enti locali di tutto il territorio, alle associazioni che compartecipano ai tanti progetti presentati. Claudio Martini, presidente della Regione, Gianni Salvadori, assessore alle politiche sociali, Massimo Toschi, assessore alla cooperazione in! ternazionale, don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Libera, e tutti gli altri rappresentanti di enti locali, associazioni, operatori che lavorano con i giovani, sono stati i loro “ospiti”.Ricorda il grande patrimonio culturale e civile della Toscana, il documento dei giovani di TantaTinta; ricorda grandi figure della Toscana, come La Pira, don Milani, don Facibeni, padre Balducci, Gianni Meucci, ma anche Alex Langer. Ricorda il Social Forum del 2002, e punta l’attenzione su quella che i giovani considerano “la vera sfida”, quella di “declinare la pace, la giustizia, la legalità, nel tempo che tutti a siamo chiamati a costruire, dentro i drammi che toccano l’intero mondo e abitano anche in casa nostra.” Citano le guerre, dall’Iraq, all’Afghanistan, al Libano, al Medio Oriente, all’Africa, con la Somalia, il Corno d’Africa, il Darfur, ma arrivano alla Toscana che “per la sua storia e per quello che abbiamo realizzato in questi anni ha una grande responsabilità”: che è quella di “ricostruire, con coraggio, una accoglienza che metta al centro la dignità della persona e il rispetto dei diritti e doveri di ciascuno.”Giovani protagonisti, risorsa della Toscana, dell’oggi e del domani. Questi i temi sui quali hanno insistito il presidente Martini e l’assessore Salvadori. “I giovani sono una risorsa di tutta la comunità – ha sottolineato Martini – e noi dobbiamo essere capaci di renderli partecipi della vita sociale. E la Toscana, che è una delle regioni più vecchie, ha particolarmente bisogno della loro grande energia.” Bando ai luoghi comuni sui giovani, è stato, sulla stessa lunghezza d’onda, il messaggio dell’assessore Salvadori, che ha sottolineato come proprio i giovani devono tornare al centro dell’agenda politica. “I giovani non sono bullismo e disagio – ha detto Salvadori – ma rappresentano magnifiche testimonianze dello spendersi per gli altri.” E dopo aver citato le innumerevoli associazioni di volontariato nelle quali prestano la loro opera i giovani toscani, ha concluso con un’esortazione all’ottimismo: “Dobbiamo uscire dalla convinzione pessimistica che i giovani di oggi avranno un futuro peggiore dei loro genitori”. “Su questo, complessivamente, lavora la Regione Toscana e su questo investe” – ha ribadito – sottolineando il tema della giornata e i 186 progetti finanziati per 5 milioni di euro che sono stati presentati in occasione di TantaTitnta.La giornata è stata l’occasione anche per ribadire, sia da parte del presidente Martini che dell’assessore Salvadori, la posizione della Toscana circa le politiche di sicurezza e quelle di integrazione. Una posizione che ribadisce il valore assoluto della legalità (sulla quale peraltro sono incentrati molti dei progetti che riguard! ano il mondo giovanile), ma che intende coniugare ad esso il valore dell’integrazione. “Abbiamo una grande cultura in questo senso- ha ribadito Martini – l’integrazione è un valore fondante e un segno di civiltà. Non può essere ridotto ad una questione di ordine pubblico.”E ancora: “si parla di regole e si fa a gara a chi aggiunge l’aggettivo più forte, le regole non hanno bisogno di aggettivi, se ci sono vanno rispettate e se già si applicassero quelle che ci sono sarebbe un grande passo avanti.” E a proposito di integrazione don Ciotti ha aggiunto una sua testimonianza personale, ricordano quando da “giovane immigrato a Torino, con mio padre, avevamo un lavoro, ma non una casa, abbiamo vissuto in una baracca e la San Vincenzo ci ha dato i vestiti”. (cs-Laura Pugliesi)