Italia

Giovani e casa: in Italia 62,5% giovani 18-24 anni vive con genitori

L’indagine è stata presentata questa mattina a Roma, nel corso del convegno «Verso la casa taxi? La domanda abitativa dei giovani», promosso dalla Sidief e dalla Banca d’Italia. Secondo Stefano Sampaolo (Censis) e Elena Molignoni (Nomisma), in Danimarca i giovani 18-34 che vivono con i genitori sono il 19,7%; il 20,1% in Finlandia; il 22,9% in Norvegia. Percentuale che si alza progressivamente in Regno unito, Olanda, Francia Germania, per toccare il 58% in Spagna. Scorporando le due fasce di età, nella classe 18-24 anni la percentuale di giovani italiani ancora in famiglia è pari al 92,6%, contro una media europea del 78,9%; nella fascia di età 25-34 anni tale quota per l’Italia scende al 48,4%, dato comunque molto elevato rispetto alla media continentale del 28,9%. Solo in Grecia, Slovacchia e Croazia si registrano percentuali più elevate. Record negativo anche per l’età media in cui ci si rende autonomi lasciando l’abitazione della famiglia di origine: con 31,2 anni per gli uomini e 28,9 anni per le donne, il nostro Paese si colloca in fondo alla classifica europea, seguito solo da Slovacchia e Croazia.

Dall’analisi delle quote di mercato per età della domanda di mutui degli ultimi anni emerge che gli under 25 risultano pressoché assenti (2,1% in media ad inizio 2016), mentre la fascia di età 25-34 anni si è a mano a mano ridotta assestandosi al 24,7%, dato inferiore rispetto a famiglie di età maggiore (36,1% per la classe 35-44 anni). Per quanto riguarda invece gli affitti, il canone medio mensile corrisposto dalla fascia di popolazione giovane è di 382 euro. A pagare canoni più onerosi sono sia le coppie senza figli, che sono anche quelle con una maggior capacità di spesa, sia quelle con figli, che necessitano di abitazioni più spaziose e confortevoli anche se la loro condizione reddituale è più svantaggiosa rispetto alla media della popolazione giovane. L’incertezza del reddito e l’elevato livello dei canoni si traducono in una maggiore difficoltà da parte dei nuclei giovani a pagare: secondo Banca d’Italia, circa il 24% dei giovani tra i 18 e i 24 anni e il 23% per la classe 25-34 anni, ha maturato un ritardo di un mese di canone per oltre 90 giorni nel 2014, rispetto ad un dato medio pari al 16,8%. Nel caso di giovani proprietari dell’abitazione in cui vivono, il 24% è gravato da mutuo con una rata mensile media di 613 euro. Ad essere più esposte sono le giovani coppie con un’incidenza che supera il 30% e rate mensili superiori ai 630 euro.

Non più fattore di identità e appartenenza con forte connotazione simbolica, come è stato per i loro genitori che comperavano casa per mettere su famiglia e crescervi i figli, per i Millennials italiani (11 milioni), l’abitazione è per forza di cose anzitutto un ‘servizio’, uno strumento, magari anche un luogo di lavoro, ma non crea appartenenza.

Ulteriore dato sottolineato dai ricercatori, la predisposizione verso forme di condivisione di beni considerati primari, come appunto la casa o l’auto, a fronte di una effettiva impossibilità di accesso. Per questo, il co-housing (coabitazione in casa di proprietà o in affitto) è una modalità di condivisione delle spese sempre più diffusa tra i giovani. Dei 3.594 mila under 35 che vivono fuori famiglia, il 34,7% è in affitto (rispetto al 18% dell’insieme della popolazione), il 65,3% è proprietario dell’abitazione in cui vive (a fronte di un 82% riferito all’insieme della popolazione). Tuttavia appare in costante aumento il fenomeno dell’acquisto di una seconda casa ad uso familiare: sul totale delle famiglie che ha intenzione di comperare un’abitazione nel 2016, il 48% (contro il 35,4% dell’anno precedente) dichiara di volerla destinare ad un figlio.