Toscana
Giovani del Mediterraneo, Betori: “Abbattete il muro della diffidenza”
«Questo è un progetto per i giovani e dei giovani, perché possiamo raccoglierne la sensibilità e le ispirazioni per il bene comune», ricorda il cardinale. Che avverte le nuove generazioni: «C’è una differenza rispetto al passato, l’interdipendenza. La globalizzazione ha effetti positivi e negativi, ma di fatto le frontiere sono saltate». Perciò, da un lato i giovani devono fare i conti con la diffusione di «pericolosi pensieri razzisti» e con il «recupero di nazionalismi obsoleti»; dall’altro possono guardare con speranza alla «gente riunita per l’abolizione delle armi nucleari» o per la lotta all’inquinamento. Duro, infine, il messaggio con cui l’arcivescovo Betori ha salutato la platea: «Abbattete il muro della diffidenza». «Oggi di fronte a migliaia di migranti in fuga, molti dei quali perdono la vita in mare, occorre riscoprire il ruolo politico delle nostre città – ha concluso il cardinale -. Uniamo le città per unire il mondo».
Sempre sul solco dell’ex sindaco La Pira, ha parlato anche il primo cittadino Dario Nardella, che ai giovani del Mediterraneo ha dapprima dato il benvenuto in lingua inglese. Poi, come «indegno successore di La Pira», ha ricordato l’esperienza del convegno “Mediterraneo frontiera di pace” dello scorso anno: «Abbiamo visto insieme sindaci di città che fra loro neanche parlano – ha ricordato il sindaco -. La forza delle città di alimentare un linguaggio di pace si è dispiegata con tutta sé stessa in quei giorni». Dando come risultato la Carta di Firenze, sottoscritta dai primi cittadini e dai vescovi del Mediterraneo. «Una carta basata sull’inclusività per diverse culture, che costituiscono il grande patrimonio del nostro mare», spiega Nardella. Che richiama i giovani alle proprie responsabilità: «Questo è un giorno che lascerà il segno nella storia di Firenze».
Un benvenuto ai ragazzi – chiamati a un concreto lavoro per individuare nuovi gemellaggi e scambi plurilaterali nel Mediterraneo – lo ha dato anche Patrizia Giunti, presidente della fondazione “Giorgio La Pira”. «Sono emozionata – ha confessato la professoressa -. In voi risuonano le parole di san Giovanni Paolo II, che segnano l’urgenza del dialogo fra chiese cattoliche». Nel consiglio insediato oggi, secondo Giunti, si intrecciano due pilastri dell’azione politica di La Pira: «Il Mediterraneo e i giovani». E proprio a loro, la professoressa lancia un appello: «Deve guidarvi la convinzione che i vostri ideali vi devono far scegliere soluzioni per le quali non avrete una pioggia di like, ma per le quali impegnarvi. L’ultimo messaggio di La Pira è la concretezza della vita».