Capacità di ascoltare prima che di proporre, di vivere una dimensione affettiva della vita, di esprimere dei sentimenti senza nascondere le proprie difficoltà e soprattutto di essere persona di preghiera: sono queste le principali caratteristiche che una guida spirituale dovrebbe avere, secondo don Nico dal Molin, direttore del Centro nazionale delle vocazioni (Cnv) che questa mattina è intervenuto al convegno nazionale di pastorale giovanile, Crescere insieme per la vita buona in corso a Roma, per presentare ai partecipanti, 600 delegati di 160 diocesi, il XXVII seminario di studio e formazione sulla direzione spirituale a servizio dell’orientamento vocazionale (Siena, 10-13 aprile 2012). Una guida spirituale ha affermato il direttore del Cnv – non è un superman al fianco di un giovane in difficoltà. Anche noi sentiamo la nostra fatica di adulti perché le difficoltà nella vita sono per tutti. Una guida spirituale deve essere una persona assetata di felicità e spiritualità. I giovani hanno bisogno di serenità profonda, quindi o trovano qualcuno che indichi loro la via della beatitudine altrimenti il rischio è lo spaesamento totale. I giovani hanno bisogno di persone che sappiano discernere e che li aiutino a compiere delle scelte facendo sentire che Dio è vicino. A tale riguardo, ha concluso Dal Molin, la Chiesa deve fare un cammino di parresia, di coraggio, di investimento sulle persone, uomini e donne di fede, di speranza e di testimonianza, capaci di mettersi a fianco dei giovani. È significativo che l’accompagnamento spirituale trovi negli Orientamenti pastorali della Cei per il prossimo decennio due capisaldi interessanti, al numero 8 in cui c’è un invito esplicito a vivere la ricerca di felicità attraverso la direzione spirituale e al numero 23 dove si parla di un uomo senza vocazione, spaesato, che ha bisogno di essere riportato ad una misura alta della vita. (Sir)