Vita Chiesa

Giovani a Colonia, si respira l’attesa

A meno di un mese dalla GMG di Colonia è pressoché inevitabile respirare l’aria di attesa di un evento tanto importante per i ragazzi di tutto il mondo, e per la Chiesa che vive un poderoso impegno di accoglienza nella trasmissione della fede e nell’esperienza di un’amicizia aperta che diventi luogo di formazione ai più genuini valori umani e cristiani. «Siamo venuti per adorarlo» è il tema di questa decima Giornata mondiale della Gioventù che evoca l’itinerario che tutti noi credenti siamo chiamati a percorrere per giungere all’incontro con il Dio vivo culminante nel gesto unificante e rigenerante dell’adorazione.

Pensiamo alle migliaia di giovani che da ogni parte del mondo si raduneranno a Colonia mossi dalla ricerca di amicizia, di novità, di incontro; in fondo ricerca di Dio che è l’Amico che non delude, la perenne novità, Colui che attende i suoi figli per svelare loro il senso di un andare che alla luce della fede diviene pellegrinaggio, viaggio verso la pienezza dell’esistenza gustata nelle primizie di una vita ricca di significato.

La metafora dell’andare, o meglio del venire a Qualcuno – spostando l’accentuazione dal movimento verso l’esterno, l’andare, a quello verso l’interno – rende bene la realtà della vita intesa come viaggio verso Colui che già conosciamo per la grazia del battesimo e nell’adesione della fede, ma che, ancor più, ci conosce e da sempre ci attende per un incontro compiuto con lui.

Più in particolare la metafora del venire, desunta dal contesto matteano (Mt 2,1-12) di cui fa parte il versetto che costituisce il tema della Giornata, si addice al cammino della preghiera che può proprio essere paragonato al ritorno a casa dei figli i quali, dopo esserne usciti, ad essa anelano con il desiderio del cuore e l’impegno coerente della vita.

Il viaggio dei Magi, sapienti astrologi venuti dall’oriente per adorare il neonato re dei Giudei, a noi proposto come affascinante icona della vita spirituale, non fu certamente esente da insidie ed asprezze: le lunghe distanze da percorrere per giungere da un paese lontano alla meta, la ricerca delle strade giuste in terre non conosciute, l’oscurità della notte e la fatica del procedere sotto le intemperie del giorno, i pericoli legati all’inganno ordito da Erode.

Non diversamente i giovani incamminati verso Colonia dovranno intraprendere con gioia e coraggio il viaggio, metafora della vita: lasciando alle loro spalle le piccole sicurezze per inoltrarsi in una rotta spirituale illuminata dall’ascolto della Parola e sostenuta dalla consolazione della preghiera. Una rotta non priva di incognite e tentazioni che mirano ad arrestare il cammino e a distogliere dalla meta con ragionamenti talora ammantati di buon senso ma in effetti condizionati dai falsi bisogni (la competizione, la ricerca del successo a poco prezzo a danno dei propri fratelli…), ma che, se saranno fedeli, li porterà sulla soglia di quell’«esperienza viva e consolante dell’incontro con Cristo» (Giovanni Paolo II) sul cui volto rifulge la gloria del Padre.

E giunti a Colonia anche essi, come i Magi, dovranno fermarsi e sostare, nell’ascolto delle catechesi, nell’esperienza della riconciliazione, nella gioia dell’incontro personale e comunitario con il Signore del mondo e della storia, nell’adorazione di Lui per sempre presente nel sacramento dell’Eucaristia.

Che cosa augurare ai nostri ragazzi, alla vigilia di questa loro decima Giornata internazionale, se non l’incontro vivificante con l’amore di Dio, fino a decidere di non potere più fare a meno di lui e a consegnare se stessi nelle sue mani?

E quindi, il ritorno «per un’altra strada» (Mt 2,12), quella della volontà di Dio che si svela in pensieri sovrastanti i nostri pensieri (cfr. Is 55,9) e ci guida su vie che, se ben seguite, conducono all’incontro desiderato e beato che ci fa una cosa sola con Cristo.a cura delle Clarisse di San Casciano Val di Pesa