Se gli ebrei subirono il destino più atroce e tragico, tutta l’Italia pagò un prezzo altissimo, e il danno più grave e duraturo che il fascismo inflisse al paese fu l’inoculazione di un morbo pericoloso e contagioso: il razzismo. Lo ha detto questa mattina Renzo Gattegna, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, nel discorso pronunciato al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Fu un contagio che in pochi anni penetrò in profondità ha detto Gattegna -, molto più di quanto anche gli osservatori più attenti avessero ritenuto possibile, tanto che ancora oggi se ne avvertono i sintomi. Per questo motivo le comunità ebraiche in Italia guardano con speranza al Protocollo di intesa firmato proprio in questi giorni con il Ministero dell’Istruzione che rende possibile dare rapida e concreta realizzazione ad un progetto di formazione dei giovani sulla Memoria della Shoah. Gattegna ha quindi sottolineato l’importanza di coinvolgere il mondo della scuola in un vasto programma culturale, sia allo scopo di formare gli insegnanti, sia per fornire loro gli strumenti per creare nei giovani gli anticorpi contro qualsiasi forma di pregiudizio, di discriminazione e di razzismo.Gli eredi dei nazisti oggi sono i negazionisti, ha detto Gattegna, aggiungendo: Il Giorno della Memoria non è mai stato e non vogliamo che diventi mai una semplice commemorazione dei defunti, né vogliamo che appaia un evento dedicato esclusivamente alle vittime del popolo ebraico. Vogliamo che da questa riflessione si possa trarre un insegnamento e un monito, che non sia rivolto solo al passato, ma che ci porti ad interrogarci ancora oggi, giorno dopo giorno, sulla solidità etica del nostro presente per costruire insieme un futuro di pace e di giustizia. Perché non può esserci pace senza giustiziaNel suo discorso al Quirinale, il presidente delle comunità ebraiche italiana ha voluto anche sottolineare alcuni aspetti positivi che ha detto ci inducono a non cedere al pessimismo e alla disperazione e che invece aprono il nostro cuore alla speranza. Come il fatto che se alcune frange estreme ancora tentano di far prevalere teorie e comportamenti di tipo razzista, le società, in genere, reagiscono in maniera forte e sana. Tutto ciò ha concluso Gattegna – ci ha fatto e ci fa ancora sperare di essere entrati in una nuova era nella quale non dovranno più prevalere i seminatori dell’odio e gli ideologi della diseguaglianza e del predominio dell’uomo sull’uomo. (Sir)