Il clima è un bene che va protetto; occorre pertanto un profondo rinnovamento del nostro modo di vivere e dell’economia perché l’impegno per la tutela della stabilità climatica è questione che coinvolge l’intera famiglia umana. Questo, in sintesi, il cuore del Messaggio per la IV Giornata per la salvaguardia del creato, che si celebrerà il prossimo 1° settembre, diffuso oggi. Nel documento, le Commissioni episcopali per i problemi sociali e del lavoro, e per l’ecumenismo e il dialogo, propongono all’attenzione delle comunità ecclesiali il rinnovato impegno per quel bene indispensabile alla vita di tutti che è l’aria sottolineando la necessità di respirare aria più pulita e l’importanza del contributo personale di ciascuno perché ciò avvenga. Viviamo in un mondo contrassegnato dal peccato e nel contempo già redento e avviato a un processo di trasformazione affermano i vescovi, secondo i quali la crisi ecologica appare come un momento di questo processo: è conseguenza del peccato se la rete delle relazioni con il creato appare lacerata e se gli effetti sul cambiamento climatico sono innegabili, se proprio l’aria – così necessaria per la vita – è inquinata da varie emissioni, in particolare da quelle dei cosiddetti gas serra.Di qui, si legge ancora nel Messaggio, l’urgenza della conversione ecologica più volte richiamata da Giovanni Paolo II. Rammentando che il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa segnala la necessità di considerare i rapporti tra l’attività umana e i cambiamenti climatici che devono essere opportunamente e costantemente seguiti a livello scientifico, politico e giuridico, nazionale e internazionale, i vescovi sottolineano: Il clima è un bene che va protetto attraverso comportamenti responsabili di consumatori e operatori di attività industriali. Una tempestiva riduzione delle emissioni di gas serra è pertanto una precauzione necessaria a tutela delle generazioni future, ma anche di quei poveri della terra, che già ora patiscono gli effetti dei mutamenti climatici. Occorre, dunque, si legge ancora nel Messaggio, un profondo rinnovamento del nostro modo di vivere e dell’economia, cercando di risparmiare energia con una maggiore sobrietà nei consumi, per esempio nell’uso di automezzi e nel riscaldamento degli edifici, ottimizzando l’uso dell’energia stessa a partire dalla progettazione degli edifici stessi – e valorizzando le energie pulite e rinnovabili.L’impegno per la tutela della stabilità climatica – afferma ancora il Messaggio – è questione che coinvolge l’intera famiglia umana in una responsabilità comune, che pone anche una grave questione di giustizia: a sopportarne maggiormente le conseguenze sono spesso le popolazioni a cui è meno imputabile il mutamento climatico. Di qui l’importanza della Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici in programma in dicembre a Copenaghen nella quale la comunità internazionale dovrà definire le linee di un’efficace azione di contrasto del riscaldamento del pianeta per i prossimi decenni. Secondo la Cei occorrerà, in particolare, una chiara disponibilità dei Paesi più industrializzati anzitutto quelli dell’Unione Europea all’assunzione di responsabilità perché senza il contributo di tutti non sarà possibile conseguire gli obiettivi prefissati. Neppure il peso della crisi economico-finanziaria concludono i vescovi può esonerare da una collaborazione lungimirante per individuare e attivare misure efficaci a garantire la stabilità climatica: è un passaggio cruciale per verificare la disponibilità della famiglia umana ad abitare la terra secondo giustizia.Sir