Vita Chiesa
GIORNATA RINGRAZIAMENTO: MESSAGGIO CEI, «NUOVE POLITICHE PER FAVORIRE RITORNO ALLA TERRA»
In tempo di crisi economica, i vescovi italiani incoraggiano i tanti giovani che «stanno riscoprendo il lavoro agricolo» e tornano a chiedere «nuove politiche per l’accesso dei giovani al mercato fondiario». L’incoraggiamento e l’appello sono contenuti nel messaggio che la Commissione per i problemi sociali e il lavoro della Cei ha pubblicato in occasione la 62ª Giornata nazionale del ringraziamento che si celebra l’11 novembre per «ringraziare il Signore per ogni dono che si compie nelle nostre campagne e per il lavoro dei nostri agricoltori». «Nel ritorno alla terra – scrivono i vescovi – possono aprirsi nuove prospettive per loro e insieme un modo nuovo di costruire il futuro di tutti noi». Nel messaggio la Cei rivolge un grazie particolare alle Cooperative agricole che «ridanno vita a terreni abbandonati, in non pochi casi togliendoli alla malavita organizzata». «La bellezza di una terra riscattata, che da deserto diventa giardino parla da sé: non solo cambia il paesaggio, ma soprattutto rincuora l’animo di tutti». Poi il messaggio si rivolge ai giovani. «I giovani – scrive la Commissione Cei – hanno bisogno di adulti che si schierano dalla loro parte, che investono per loro e con loro».
In questa prospettiva, la Cei si fa portavoce di una serie di proposte già contenute in una nota pastorale del 2005 e volte a «diffondere un’azione educativa e culturale che valorizzi la dignità di chi sceglie di rimanere a lavorare in campagna». È necessario – si legge nel messaggio della Cei – «favorire nuove politiche per l’accesso dei giovani al mercato fondiario e degli affitti, strumenti fiscali adeguati, incentivi per mettere a disposizione le terre, sostegno nella fase iniziale dell’attività aziendale, azionariato popolare diffuso». E a questo proposito i vescovi chiedono di «rendere facile l’accesso al credito agevolato per i giovani agricoltori». E concludono: «Di fronte alla grave crisi che tocca il mondo economico e industriale, occorre guardare al futuro del nostro Paese andando oltre schemi abituali. È importante guardare al nostro futuro nel rispetto e nella valorizzazione delle tipicità dei diversi territori che la bella storia d’Italia ha posto nelle nostre mani e che costituiscono l’unico Paese». (Sir)