Vita Chiesa

GIORNATA PER LA VITA: MESSAGGIO CEI, «INSEGNARE AI GIOVANI A RISPETTARE SE STESSI E GLI ALTRI»

“Oltre alla mancanza di politiche organiche a sostegno della natalità, resta grave nel nostro paese il problema della soppressione diretta di vite innocenti tramite l’aborto, dietro al quale spesso ci sono gravi drammi umani ma a cui, a volte, si ricorre con leggerezza”. Lo sottolinea il Consiglio episcopale permanente della Cei nel messaggio per la Giornata della vita 2006 (testo completo), in programma per il 5 febbraio prossimo.

Nel documento, intitolato “Rispettare la vita”, i vescovi invitano a valorizzare “quegli aspetti della stessa legge 194, che si pongono sul versante della tutela della maternità e dell’aiuto alle donne che si trovano in difficoltà di fronte ad una gravidanza”. “Davanti alla piaga dell’aborto – affermano – tutti siamo chiamati a fare ogni sforzo per aiutare le donne ad accogliere la vita”.

“La vita umana – si legge ancora nel documento – viene prima di tutte le istituzioni: lo Stato, le maggioranze, le strutture sociali e politiche; precede anche la scienza con le sue acquisizioni. La persona realizza se stessa quando riconosce la dignità della vita e le resta fedele, come valore primario rispetto a tutti i beni dell’esistenza, che conserva la sua preziosità anche di fronte ai momenti di dolore e di fatica”. “Nessuno potrà conquistare libertà e felicità oltraggiando la vita – sottolineano i vescovi nel messaggio -, sfidandola impunemente, disprezzandola, sopprimendola, scegliendo la via della morte”.

Il riferimento è in particolare ai giovani, “tra cui non manca chi sembra ricercare la libertà e la felicità con espressioni esasperate o estreme”, attraverso “l’uso pervasivo delle droghe, che in taluni ambienti sono così diffuse da essere considerate cose normali; l’assunzione di stimolanti nella pratica sportiva; le ubriacature e le sfide in auto o in moto”, “gioco tanto infantile quanto incosciente”.

I vescovi ricordano che “chi da giovane non rispetta la vita, propria e altrui, difficilmente la rispetterà da adulto”. “È nostro dovere, perciò – affermano -, aiutare quei giovani che si trovano in particolare disagio e difficoltà a ritrovare la speranza e l’amore alla vita, a guardare con fiducia e serenità a progetti di matrimonio e famiglia, a servire la cultura della vita e non quella della morte”. Nel messaggio si ricorda che il rispetto della vita “comincia dalla tutela della vita di chi è più debole e indifeso”: “Nessuno può dirsi padrone e signore assoluto della vita propria, a maggior ragione di quella altrui. Rispettare la vita, in questo contesto, significa anche fare tutto il possibile per salvarla. Quando pensiamo a un nascituro, vogliamo, perciò, pensare a un essere umano che ha il diritto, come ogni altro essere umano, a vivere e a ricercare la libertà e la felicità”.

E rispettare la vita significa anche “mettere al primo posto la persona. La persona governa la tecnica, e non viceversa; la persona, e non la ricerca o il profitto, è il fine”. “Chiedere l’abolizione di regole e limitazioni che tutelano la vita fin dal concepimento in nome della libertà e della felicità – dichiarano – è un tragico inganno, che produce al contrario la schiavitù e l’infelicità di chi lascia che a costruire il futuro siano da un lato i propri desideri soggettivi, dall’altro una tecnica fine a se stessa e sganciata da ogni riferimento etico”.Sir

Messaggio per la Giornata della vita 2006