Diventa importante allargare ogni forma di protezione umanitaria che possa affrontare il dramma di milioni di persone in movimento perché costretti da situazioni drammatiche, evitando di abbandonare queste situazioni in due modi: o rifiutando l’incontro o abbandonandole in situazioni di impossibilità di tutela della stessa vita oltre che dei diritti fondamentali. È quanto afferma mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra domenica 20 giugno. Un appuntamento che riporta al centro dell’attenzione anche delle nostre comunità cristiane il tema dei richiedenti asilo, dei rifugiati e delle altre categorie beneficiarie della protezione internazionale spiega mons. Perego , sempre più all’ordine del giorno in un contesto internazionale in cui guerre, contrapposizioni politiche, religiose, etniche, di genere, come anche disgrazie ambientali, costringono e costringeranno ancora un gran numero di persone a spostarsi dalla propria terra.Attualmente sono più di 15 milioni i rifugiati e più di 40 milioni gli sfollati interni nel mondo. Lo scorso anno ne sono rientrati a casa o al proprio Paese solo 250 mila. In Italia sono presenti poco più di 50 mila rifugiati e le domande di asilo sono passate dalle 30 mila del 2008 alle 17 mila del 2009. L’Italia come Paese di accoglienza, prosegue il direttore della Fondazione Migrantes, può svolgere un compito ridotto rispetto a questo immenso flusso di persone bisognose, ma deve saper rispondere con una maggiore attenzione e una più ampia disponibilità. Per mons. Perego, in questi ultimi anni sono stati notevoli’ i cambiamenti normativi e procedurali nell’ordinamento giuridico italiano in materia di immigrazione e di asilo; dopo il 2008, anno in cui è entrata in vigore la normativa europea in materia di protezione internazionale, è stata introdotta la nuova figura giuridica del beneficiario di protezione sussidiaria ampliando i casi di riconoscimento e, quindi, di attribuzione di uno status giuridico di tutela. Alle due figure di status principali (rifugiato e beneficiario di protezione sussidiaria), ricorda mons. Perego, oggi si associano altre due figure di tutela: la protezione umanitaria e la protezione temporanea, che non sono armonizzate a livello europeo ma che comunque allargano le maglie della protezione ad altre categorie di individui altrimenti non assistiti. In realtà, sottolinea mons. Perego, la protezione umanitaria non è equiparata a un diritto soggettivo, ma si tratta di una semplice autorizzazione al soggiorno per motivi di carattere umanitario. Per quanto riguarda la figura della protezione temporanea, invece, essa può essere attribuita solo a seguito di un provvedimento legislativo specifico e dinanzi a un flusso massiccio di profughi. Questo intervento, conclude mons. Perego, è pensato, quindi, nell’ottica di impedire la congestione del sistema di asilo dinanzi a un arrivo considerevole di richiedenti provenienti da Paesi dove sono sorti conflitti armati o si sono verificate situazioni che hanno determinato la fuga in massa di molti civili, come è avvenuto per i profughi della guerra in Vietnam e Cambogia alla fine degli anni Settanta o recentemente per i profughi della Bosnia e del Kosovo.Sir