Vita Chiesa
GIORNATA MONDIALE GIOVENTÙ 2003: MESSAGGIO DEL PAPA, RECITATE IL ROSARIO E SIATE OPERATORI DI PACE
Un invito ai giovani a non vergognarsi “di recitare il Rosario da soli, mentre andate a scuola, all’università o al lavoro” e ad essere al tempo stesso operatori di pace, viene rivolto oggi da Giovanni Paolo II nel suo Messaggio per XVIII Giornata mondiale della gioventù (Domenica delle Palme, 13 aprile 2003) che quest’anno e nel 2004 si celebrerà nelle Chiese locali, in attesa dell’incontro mondiale di Colonia (Germania) nel 2005.
Il Papa esorta i giovani ad affidarsi a Maria, soprattutto nei momenti di dolore, anche perché il tema scelto per la Giornata è in relazione con l’Anno del Rosario: “Ecco la tua madre!” (Gv 19,27): “Anche voi, cari giovani, siete posti di fronte alla sofferenza: la solitudine, gli insuccessi e le delusioni nella vostra vita personale; le difficoltà di inserzione nel mondo degli adulti e nella vita professionale; le separazioni e i lutti nelle vostre famiglie; la violenza delle guerre e la morte degli innocenti. Sappiate però che nei momenti difficili, che non mancano nella vita di ognuno, non siete soli: come a Giovanni ai piedi della Croce, Gesù dona anche a voi sua Madre, perché vi conforti con la sua tenerezza”. Il Santo Padre ricorda, a questo proposito, la sua esperienza personale: “Ho costantemente sperimentato nella mia vita la presenza amorevole ed efficace della Madre del Signore; Maria mi accompagna ogni giorno nel compimento della missione di Successore di Pietro”. Alla “scuola di Maria”, sottolinea, i giovani possono scoprire “l’impegno concreto che da voi Cristo s’attende, imparerete a mettere Lui al primo posto nella vostra vita, ad orientare a Lui i pensieri e le azioni”.
“Cari giovani, lo sapete: il cristianesimo non è un’opinione e non consiste in parole vane”, ricorda il Papa nel suo messaggio: “Il cristianesimo è Cristo!”, per cui “incontrare Gesù, amarlo e farlo amare” è “la vocazione cristiana” e Maria aiuta “ad entrare in un rapporto più vero, più personale con Gesù”. Da qui l’invito a recitare il Rosario, che significa “amare Gesù con il cuore di sua Madre”: “Non vergognatevi di recitare il Rosario da soli, mentre andate a scuola, all’università o al lavoro, per strada e sui mezzi di trasporto pubblico afferma Giovanni Paolo II -; abituatevi a recitarlo tra voi, nei vostri gruppi, movimenti e associazioni; non esitate a proporne la recita in casa, ai vostri genitori e ai vostri fratelli, poiché esso ravviva e rinsalda i legami tra i membri della famiglia. Questa preghiera vi aiuterà ad essere forti nella fede, costanti nella carità, gioiosi e perseveranti nella speranza”. Il Papa ripete ai giovani che “nessuno all’infuori di Cristo” può dare “la vera felicità” e li esorta ad essere le “sentinelle del mattino”, “le vedette che annunciano le luci dell’alba e la nuova primavera del Vangelo”.