Vita Chiesa

Giornata mondiale creato, Papa Francesco: «prendersi cura» dell’acqua è «imperativo urgente»

È l’acqua quest’anno il tema chiave della Giornata e il Papa scrive: «Oggi più che mai si richiede uno sguardo che vada oltre l’immediato, al di là di un criterio utilitarista di efficienza e produttività per il profitto individuale. Urgono progetti condivisi e gesti concreti, tenendo conto che ogni privatizzazione del bene naturale dell’acqua che vada a scapito del diritto umano di potervi accedere è inaccettabile». Insieme a tutti i leader cristiani, anche Francesco è preoccupato per lo stato di salute del nostro pianeta. «Dobbiamo riconoscerlo: non abbiamo saputo custodire il creato con responsabilità. La situazione ambientale, a livello globale così come in molti luoghi specifici, non si può considerare soddisfacente». L’acqua – scrive ancora Francesco – «è elemento tanto semplice e prezioso, a cui purtroppo poter accedere è per molti difficile se non impossibile». Eppure, «l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone».

«Non possiamo permettere che i mari e gli oceani si riempiano di distese inerti di plastica galleggiante. Anche per questa emergenza siamo chiamati a impegnarci, con mentalità attiva, pregando come se tutto dipendesse dalla Provvidenza divina e operando come se tutto dipendesse da noi», scrive ancora il Papa, che toccando la questione dei mari e degli oceani, aggiunge: «È doveroso ringraziare il Creatore per l’imponente e meraviglioso dono delle grandi acque e di quanto contengono (cfr Gen 1,20-21; Sal 146,6), e lodarlo per aver rivestito la terra con gli oceani (cfr Sal 104,6). Orientare i nostri pensieri verso le immense distese marine, in continuo movimento, rappresenta, in un certo senso, anche un’opportunità per pensare a Dio che costantemente accompagna la sua creazione facendola andare avanti, mantenendola nell’esistenza».

E aggiunge: «Custodire ogni giorno questo bene inestimabile rappresenta oggi una responsabilità ineludibile, una vera e propria sfida: occorre fattiva cooperazione tra gli uomini di buona volontà per collaborare all’opera continua del Creatore. Tanti sforzi, purtroppo, svaniscono per la mancanza di regolamentazione e di controlli effettivi, specialmente per quanto riguarda la protezione delle aree marine al di là dei confini nazionali».

«Preghiamo affinché le acque non siano segno di separazione tra i popoli, ma di incontro per la comunità umana. Preghiamo perché sia salvaguardato chi rischia la vita sulle onde in cerca di un futuro migliore». È una delle invocazioni di preghiera contenute nel messaggio. «Chiediamo al Signore e a chi svolge l’alto servizio della politica – si legge nel testo – che le questioni più delicate della nostra epoca, come quelle legate alle migrazioni, ai cambiamenti climatici, al diritto per tutti di fruire dei beni primari, siano affrontate con responsabilità, con lungimiranza guardando al domani, con generosità e in spirito di collaborazione, soprattutto tra i Paesi che hanno maggiori disponibilità». Il pensiero del papa va anche a quanti si dedicano «all’apostolato del mare», a «chi aiuta a riflettere sui problemi in cui versano gli ecosistemi marittimi» e «contribuisce all’elaborazione e all’applicazione di normative internazionali concernenti i mari che possano tutelare le persone, i Paesi, i beni, le risorse naturali». Il Papa volge lo sguardo «alla fauna e alla flora ittica, così come alle barriere coralline o ai fondali marini» e chiede che venga garantito «uno sviluppo integrale nella prospettiva del bene comune dell’intera famiglia umana e non di interessi particolari». «Ricordiamo anche quanti si adoperano per la custodia delle zone marittime, per la tutela degli oceani e della loro biodiversità, affinché svolgano questo compito responsabilmente e onestamente».