Cultura & Società
GIORNATA EBRAISMO, MOSTRA A FIRENZE, SINAGOGHE APERTE IN TUTTA TOSCANA
Una carta d’identità con spazi bianchi, dove scrivere nome e cognome falso. Non bastò a salvare la vita a Giuseppe Siebzehner, ebreo viennese, fondatore dello storico Emporio 48 a Firenze, finito ad Aushwitz a ottant’anni. Ora quel documento, insieme ad altri, accoglierà i visitatori che entreranno nella sinagoga di Firenze domenica prossima, 2 settembre, per l’ottava giornata europea della cultura ebraica. La giornata, iniziata in Alsazia (Francia) nel 1996, avrà luogo contemporaneamente in 30 paesi europei e, secondo gli organizzatori, è uno degli appuntamenti più importanti per promuovere e far conoscere il mondo ebraico. Il tema delle manifestazioni di quest’anno è ‘Testimonianze: sentieri & parole’, nel senso di impronte e tracce che l’ebraismo ha impresso nel corso dei secoli nelle culture con cui è entrato in contatto. Come di consueto, a Firenze come in altre città toscane, tra cui Livorno, Pisa, Siena, e Monte San Savino e Pitigliano, le porte delle sinagoghe, dei musei e dei tradizionali luoghi ebraici si apriranno al pubblico con visite guidate, spettacoli, convegni e incontri. A Firenze, in particolare, si terrà La mostra ‘Testimonianze di vita ebraica a Firenze’, a cura di Sandro e Silvia Servi, che in otto pannelli propone alcuni spunti per raccontare la storia degli ebrei fiorentini. Si parte nel 1430, quando furono ammessi per la prima volta in città per fare i prestatori di denaro, attività che venne vietata ai cristiani. Si passa poi a una pianta del ghetto, istituito nel 1570 e allora collocato tra piazza della Repubblica e il Battistero, e a un ritratto di Elia del Medigo, che tradusse la ‘Repubblica’ del filosofo greco Platone, di cui circolava solo una copia in arabo, su richiesta del suo allievo più illustre, Pico della Mirandola. La mostra coglie l’occasione anche per parlare degli oggetti cari all’ebraismo, come un ‘rimmon’ in argento, usato come puntale da mettere sulla cima di un bastone, che riprende la forma della Cupola del Duomo, e di reperti letterari, tra cui una poesia di Salomone Fiorentino dedicata al codice criminale del Granduca Pietro Leopoldo che, nel 1786, abolì, prima volta al mondo, la pena di morte in Toscana. Presente anche una lettera di Amelia Rosselli, ebrea veneziana e madre di Carlo e Nello, caduti nel 1937 in un agguato fascista. La giornata ebraica fiorentina prevede poi uno spettacolo teatrale, un convegno dedicato ai temi della mostra e un concorso fotografico rivolto ai ragazzi tra 14 e 18 anni. (ANSA).