Benedetto XVI quest’anno ci aiuta a guardare ai volti dei minori migranti e rifugiati. Sono i volti di almeno 850.000 minori immigrati in Italia, che crescono ogni anno di circa 100.000, tra nuovi nati e ricongiunti alle famiglie; sono i volti dei 650.000 minori italiani emigranti; sono i volti degli oltre 7.500 minori non accompagnati e lontani dalla famiglia; sono i volti dei circa 300 minori richiedenti asilo e rifugiati in Italia nel 2008. Così mons. Giancarlo Perego, neo direttore generale della Fondazione Migrantes, commenta al Sir il messaggio di papa Benedetto XVI (testo integrale) per la prossima Giornata Mondiale delle Migrazioni che si celebra il 17 gennaio. Questi volti e storia chiedono aggiunge – anzitutto la tutela di diritti fondamentali, primo fra tutti, la protezione soprattutto nelle situazioni di sfruttamento, di abbandono. Per il direttore della Migrantes la conoscenza di questo mondo, senza pregiudizi e superficialità, oltre che essere un impegno per le istituzioni, è anche un compito pastorale importante per le nostre comunità parrocchiali, soprattutto da parte delle comunità giovanili e degli oratori, della pastorale scolastica e familiare, per costruire modelli di casa e di famiglia, di città che sappiano tradurre in esperienze coerenti di cura e di inclusione il Vangelo della solidarietà’. La mobilità è un segno dei tempi e quando ne sono protagonisti i minori occorre fare tutto il possibile per garantire loro una vita normale e stabile, che vi sia sicurezza per il loro futuro. Insomma, occorre promuovere, come minimo, l’accesso all’educazione, l’assistenza sanitaria, un’abitazione appropriata e cibo sufficiente. E’ quanto ha detto mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti intervenendo alla presentazione del Messaggio di Benedetto XVI per la prossima Giornata Mondiale delle Migrazioni. La Chiesa in modo particolare è vicina ai rifugiati e ai migranti forzati non solo con la sua presenza pastorale e con il sostegno materiale per chi ne ha bisogno ha aggiunto – ma anche con il suo impegno a difendere la loro dignità umana. Parlando della migrazione dei minori, mons. Marchetto ha fatto una precisazione: A volte essa dipende da una decisione personale, mentre in altri casi sono i genitori a spingerli a fuggire.Spesso ha proseguito mons. Marchetto – i ragazzi richiedenti asilo o rifugiati vivono una vita isolata, dovuta in genere al fatto che essi rimangono nei campi e centri specializzati d’accoglienza, o non dispongono di sufficiente denaro. La domanda che può sorgere qui ha aggiunto il presule – è se noi, come società e membri della Chiesa, facciamo il possibile per far sì che tali minorenni si sentano come a casa nella società che li accoglie. Nel suo intervento, mons. Marchetto fa notare che esiste in tanti paesi un divario tra gli obiettivi formulati e la reale pratica quotidiana. Molti giovani rifugiati purtroppo rimangono ancora nei campi di raccolta, o comunque a lungo limitati nell’esercizio dei loro diritti, mentre altri restano privi della loro libertà e sono portati in luoghi di detenzione non adatti a minorenni. Ed aggiunge: bisogna riconoscere con profonda pena che i membri della società civile agiscono e reagiscono secondo stereotipi, preconcetti e pregiudizi all’arrivo dei rifugiati, mentre le politiche ufficiali guardano al miglior interesse del minorenne. Questo comportamento di discriminazione, xenofobia e finanche razzismo va affrontato con politiche atte a salvaguardare, rinforzare e proteggere i diritti dei rifugiati e delle persone sfollate all’interno del proprio paese.Sir