Vita Chiesa

GIORNATA DEL MALATO: MONS. ZIMOWSKI, «PARTIRE DALLE FASCE PIU’ DEBOLI»

“Operare un autentico rinnovamento nella cura della salute, e ciò a partire dalle fasce più deboli delle popolazioni di tutto il mondo”: è questo, secondo mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, uno dei “presupposti fondamentali” contenuti nel Messaggio del Papa per la XIX Giornata Mondiale del Malato dell’11 febbraio prossimo. Lo ha detto oggi in Vaticano, durante la conferenza stampa di presentazione della stessa Giornata mondiale e del seminario sul tema “Associazionismo sanitario cattolico e cultura della vita” che si terrà il 5 febbraio a Roma presso l’auditorium San Pio X (via dell’Ospedale 1). Mons. Zimowski ha messo in evidenza uno dei pensieri centrali espressi dal Papa nel messaggio: “La misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e con il sofferente”, aggiungendo che Benedetto XVI invita “le diverse diocesi sparse nel mondo .. ad adoperarsi perché la cura delle persone sofferenti e malate venga migliorata e resa più efficace”. Il presidente del Pontificio consiglio ha quindi sottolineato l’aspetto cristologico della sofferenza, che deve essere adeguatamente approfondito da parte dei credenti. “In esso – ha detto – possiamo vivere nella speranza la condizione e l’esperienza della sofferenza”. “Le persone malate e sofferenti sono soggetti ma anche testimoni di un Amore più forte del male – ha proseguito mons. Zimowski rivolgendosi ai giornalisti – ed il Papa, nel Suo Messaggio di quest’anno, si rivolge particolarmente e direttamente ad esse, riconoscendole soggetti attivi di valori nell’ambito sia della comunità cristiana sia della società”. Il presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari ha quindi affermato che “lo stato di sofferenza e la Giornata Mondiale del Malato .. non riguardano solamente le persone già avanti negli anni”, ma nel messaggio il Papa “si rivolge ai giovani, specialmente a quelli malati ma anche a quelli in salute, per creare ponti di amore e di solidarietà, a partire dall’Eucaristia”. Infine, mons. Zimowski ha messo in evidenza che il Papa nel messaggio chiede che ciascuno, “con le proprie specifiche competenze, si adoperi, collaborando con tutti gli altri soggetti, per promuovere una cura della salute più attenta e rispondente ai bisogni reali delle persone, e la realizzazione delle strutture necessarie perché nessuno debba essere escluso dalle cure dovute. Affinché si sappia vedere nei visi dei sofferenti, il Volto dei volti: quello di Cristo”.Sir