La gestione responsabile dei beni culturali ecclesiastici impegna gli incaricati per i beni culturali a sostenere quei luoghi di confronto e dialogo ecclesiale preposti al servizio che deve essere realizzato. Lo ha dichiarato questa mattina mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, salutando i partecipanti alla Giornata nazionale per i beni culturali ecclesiastici che si sta svolgendo a Roma. Per mons. Crociata, non è solo il valore storico e culturale di questi beni che esige una gestione seria e affidabile, ma soprattutto ciò che essi rappresentano per la vita della Chiesa e la sua incidenza nella nostra società. In questi ultimi anni, ha ricordato il segretario della Cei, stiamo assistendo, nelle Chiese particolari, ad una vivacità straordinaria nel promuovere iniziative che, a partire dai beni culturali ecclesiastici, coinvolgono in diversi modi il tessuto sociale che caratterizza il territorio. Nella gestione dei beni culturali, inoltre, occorre far crescere la capacità di promuovere un’efficace interlocuzione con le istituzioni pubbliche. Infine, mons. Crociata ha ribadito l’importanza della formazione e dell’aggiornamento degli incaricati e degli operatori, così come il valore delle iniziative formative promosse dalle diocesi, attraverso gli stessi incaricati, e rivolte al territorio. I beni culturali ecclesiastici sono più un problema o una risorsa per la comunità cristiana?. Se lo è domandato mons. Stefano Russo, direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici, nella relazione introduttiva alla XVII Giornata nazionale per i beni culturali ecclesiastici . In realtà non sono né un problema né una risorsa, ha precisato mons. Russo, perché fanno parte della nostra vita e possono essere compresi in modo pieno nella realtà ecclesiale e al di fuori di essa, solo se rimangono degli elementi vitali all’interno delle comunità cristiane che li hanno generati e che ne giustificano l’esistenza. Mons. Russo ha ricordato che è importante il modo con cui le diverse Chiese locali si muovono nella gestione responsabile di questi beni dal momento che anche gli strumenti e i servizi più sofisticati e moderni che possiamo avere a disposizione diventano inefficaci e sterili se alla base non c’è una costante, faticosa e convinta azione di Chiesa. Quando invece c’è lo sforzo reciproco fra istituzione ecclesiastica e istituzione pubblica di affrontare la fatica che comporta un effettivo confronto, ha concluso mons. Russo, anche le iniziative che ne scaturiscono acquistano spessore e diventano soddisfacenti per entrambe le parti.Sir