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Giordania: inaugurata la chiesa del Battesimo di Gesù

Card. Pizzaballa “Chiesa è fatta soprattutto di pietre vive che sono i credenti”

Foto Lpj.org

“La chiesa è fatta di pietre, ma è fatta soprattutto di pietre vive, e queste pietre vive sono i credenti, così come i discendenti dei padri e dei nonni che hanno vissuto qui fin dai tempi antichi”: lo ha ricordato il card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, salutando oggi l’inaugurazione della chiesa del Battesimo del Signore al fiume Giordano (Al-Maghtas), in Giordania. Situato nella regione di Qafra, Al-Maghtas (noto anche come Betania al di là del Giordano), è venerato dalla tradizione cristiana come il luogo in cui Gesù fu battezzato da Giovanni Battista.

Dal patriarca sono venuti ringraziamenti ai tanti benefattori e al Re Abdullah II per il suo “sostegno e protezione per la santa Città Gerusalemme” e “per essere il padre della Giordania, e soprattutto per aver sviluppato il sito del Battesimo, che è diventato pronto ad accogliere migliaia di pellegrini cristiani provenienti da varie chiese e da tutto il mondo”. “Questa chiesa – ha aggiunto il patriarca Pizzaballa – è innanzitutto al servizio di tutta la comunità, cioè dei fedeli che vivono in Terra Santa. Le sue porte sono aperte anche a tutti i cari pellegrini che invitiamo a visitare la Giordania e a coloro che l’hanno già visitata e desiderano tornare. È quindi un dono della Chiesa locale a tutti i cari amici che, ovunque, vengono a farsi benedire dalle acque del fiume Giordano e a recarsi in pellegrinaggio in questa Chiesa”. Non è mancato un riferimento al Giubileo: “Come diocesi, abbiamo iniziato questo giubileo la domenica della Sacra Famiglia, alla fine dello scorso anno, nella chiesa dell’Annunciazione a Nazareth. Ringraziamo tutti i pellegrini che si recheranno in pellegrinaggio in questo luogo. Ringraziamo il Ministero del Turismo e l’Ente del Turismo giordano”.

La messa è stata celebrata dal card. Pietro Parolin, inviato di Papa Francesco per inaugurare la chiesa, che “sarà considerata uno dei più importanti punti di riferimento religiosi della regione”. Il patriarca ha concluso il suo saluto invitando a pregare “per tutte le persone che stanno soffrendo, soprattutto per coloro che non hanno potuto pregare qui con noi e che ci seguono attraverso i media. E preghiamo anche per tutti coloro che stanno soffrendo nel proprio Paese a causa della mancanza di sicurezza, stabilità e pace, soprattutto in Palestina, Libano e Siria, così come in tutte le regioni del mondo che hanno bisogno di pace”.