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GIOCO D’AZZARDO, CONSULTA ANTIUSURA: NON DIVENTI STRUMENTO DI IMPOVERIMENTO

Il gioco deve rimanere “puro divertimento” e non diventare “strumento di impoverimento”. E’ ferma la posizione di mons. Alberto D’Urso, segretario della Consulta nazionale antiusura, che nella nota annunciata il 16 dicembre al SIR e appena diffusa, commenta i dati emersi dall’indagine Eurispes “Il gioco in Italia: da fenomeno di costume a colosso dell’industria”. Richiamando i numeri – 35 milioni di cittadini coinvolti e una spesa complessiva di 194 miliardi di euro negli ultimi sei anni, ma secondo l’Istituto il fenomeno è in continua espansione e l’attuale volume d’affari di quasi 50 miliardi di euro l’anno è destinato a toccare quota 58 nel 2010 – la Consulta parla di una “industria” che “non produce beni e servizi finalizzati al miglioramento del livello di vita dei cittadini, ma è orientata alla produzione di illusioni e di sogni” e denuncia il cambiamento del ruolo dello Stato: da “regolatore” a soggetto che incentiva il gioco d’azzardo “in forme sbagliate”. Con il proliferare dei nuovi giochi, osserva mons. D’Urso, “anziché essere il giocatore a cercare il gioco, è stato il gioco a cercare il giocatore che, anche a casa” davanti al suo computer, “al riparo da occhi indiscreti, ha potuto appagare la propria voglia di giocare”.In Italia si contano 14 mila punti vendita con 31 mila slot-machine; 228 sale bingo con 1.000 slot; 59 mila bar con 169 mila; 1.500 sale da gioco con 29 mila; 2.200 ristoranti con 5.600; 4 mila circoli privati con 12.200. “Una platea di possibilità infinita – sostiene la Consulta -, dove qualcuno si arricchisce e molti altri si impoveriscono pagando una tassa improduttiva”, mentre “lo Stato, anziché svolgere un ruolo moderatore e di controllo, è entrato esso stesso nel business, autorizzando, favorendo e fornendo sempre maggiori possibilità quotidiane e settimanali di gioco”. Un esempio per tutti il Win for life con 12 estrazioni al giorno, ma con una probabilità di vincita su circa 3,8 milioni di combinazioni. Da questa “diffusione del gioco d’azzardo di massa”, denuncia mons. D’Urso, l’usura ha trovato formidabile alimento”. Per questo, a motivo dei fenomeni di sovraindebitamento e incremento di prestiti usurai determinati dalla rincorsa patologica a vincite di spropositata entità, la Consulta rilancia la proposta di legge avanzata lo scorso settembre, volta a fissare a 30 milioni di euro il tetto massimo delle vincite al Superenalotto con destinazione del sovrappiù all’investimento sociale, ripristinando di fatto il limite già esistente, eliminato all’atto dell’introduzione dell’euro.Sir