Caritas

Gioco d’azzardo. Caritas italiana: al via “Vince chi smette”

Don Pagniello: “Liberare le persone dalle dipendenze restituisce dignità”

(Foto Caritas italiana)

Parte il progetto “Vince chi smette”, attraverso il quale Caritas italiana promuove percorsi di animazione comunitaria con l’obiettivo di sensibilizzare le comunità sul fenomeno dell’azzardo e sui rischi ad esso associati. Il progetto “Vince chi smette” mira a costruire una coscienza critica collettiva e a promuovere azioni concrete di contrasto e prevenzione. Un’iniziativa costruita in collaborazione con la Fict (Federazione italiana delle comunità terapeutiche). La presentazione è avvenuta giovedì 20 febbraio a Roma, presso la sede di Caritas italiana. Sono intervenuti, moderati da Caterina Boca, don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, il sociologo Maurizio Fiasco, l’economista Luigino Bruni, il presidente Fict, Luciano Squillaci, e padre Alex Zanotelli.

Il fenomeno dell’azzardo ha assunto negli ultimi anni una dimensione preoccupante e non si registrano proposte e scelte politiche in grado di realizzare adeguate misure di contrasto, prevenzione e sostegno. “Se il gioco è un esercizio singolo o collettivo liberamente scelto a cui ci si dedica per passatempo, svago, ricreazione, o con lo scopo di sviluppare l’ingegno o le forze fisiche, nell’ambito dell’azzardo, l’attribuzione della qualifica di gioco è del tutto fuori luogo – avverte Caritas italiana -. L’azzardo è infatti un’attività in cui ricorre il fine di lucro, nella quale la vincita o la perdita sono elementi aleatori (l’elemento determinante è il caso), e l’abilità, la capacità o l’esperienza altrimenti riscontrati nel gioco, hanno un’importanza trascurabile ed ininfluente”. Dal 2013 è riconosciuto come patologia perché l’azzardo può dar luogo a una condizione patologica di dipendenza, consistente nell’incapacità cronica di resistere all’impulso del gioco, con conseguenze anche gravemente negative sull’individuo stesso, la sua famiglia e le sue attività professionali. Nonostante la crescente consapevolezza di questa situazione, il fenomeno dell’azzardo continua a espandersi in modo preoccupante. Le slot machine, i gratta e vinci, le scommesse e i concorsi a premi sottraggono annualmente agli italiani circa ottantacinque miliardi di euro, rappresentando una spesa per le famiglie che si avvicina a quella per il cibo e supera quella per il riscaldamento domestico e le cure mediche.

Le “dimensioni della fiducia e della speranza nel futuro” motivano i percorsi di animazione comunitaria che Caritas italiana intende promuovere per sensibilizzare le comunità sul fenomeno dell’azzardo e sui rischi ad esso associati. L’obiettivo di “Vince chi smette” è “quello di avviare una strategia comune sul tema dell’azzardo che parta dal basso in grado di migliorare la percezione all’interno delle comunità del fenomeno e delle sue conseguenze, offrire più strumenti di prevenzione e orientamento rivolti ai diversi gruppi che frequentano le parrocchie, rafforzando la collaborazione con le altre organizzazioni presenti sul territorio e con gli enti locali, attraverso una serie di attività progressive che favoriscano l’implementare di azioni di informazione, sensibilizzazione, prevenzione, accompagnamento e costruzione di rete”. Non solo: “L’obiettivo è quello di contribuire a costruire un processo progressivo di coinvolgimento consapevole della comunità, in grado di aumentare l’attenzione, fare cultura e rafforzare le comunità, migliorando l’informazione (‘Il Buon gioco è educativo e coinvolgente: l’azzardo non è un gioco’), incoraggiando un cambio di atteggiamento per arrivare alla strutturazione di coscienza critica collettiva”.

La realizzazione operativa del progetto è affidata alla Caritas diocesana aderente, che si impegna a coinvolgere le comunità parrocchiali e attivare i percorsi di animazione in relazione alle esigenze di territorio. Le Caritas diocesane che vorranno aderire avranno a loro disposizione gli strumenti di progetto, in particolare la cosiddetta “cassetta degli attrezzi”: materiale video, audio e cartaceo da mettere a disposizione delle comunità con una proposta di percorso differenziato per età e gruppi sociali (ragazzi, giovani, famiglie, anziani, giovani coppie, adulti).Il materiale che compone la cassetta degli attrezzi è reperibile e scaricabile attraverso l’area riservata del sito internet www.vincechismette.it. Sono stati previsti fascicoli attraverso i quali declinare le proposte animative in ogni singolo gruppo ed è stata attivata un’app che potrà essere utilizzata per alcune delle attività proposte, ma che potrà essere anche uno strumento ulteriore di informazione e sensibilizzazione sul fenomeno. Caritas italiana garantirà il coordinamento e il monitoraggio delle attività svolte sul territorio da ogni Caritas diocesana aderente. Inoltre, si occuperà di offrire supporto e assistenza continua, formazione con focus su tematiche di legalità, supporto ai beneficiari ed empowerment comunitario. Sono altresì previsti incontri periodici, missioni ad hoc per valutare le attività in itinere, nonché azioni di advocacy a livello nazionale.

Don Marco Pagniello, durante la presentazione il progetto, ha spiegato: “La pratica dell’azzardo toglie dignità e giustizia. ‘Vince chi smette’ è uno dei progetti giubilari perché ci aiuta ad aumentare la consapevolezza nelle nostre comunità rispetto ai rischi connessi alla pratica dell’azzardo, che non è mai un gioco”. Per il direttore di Caritas italiana, “liberare le persone dalle varie forme di dipendenza, come la pratica dell’azzardo, significa restituire dignità”.

Maurizio Fiasco, sociologo, ha sottolineato: “Con l’azzardo ci troviamo di fronte a una costruzione raffinatissima, molto complessa. La dipendenza da azzardo si sviluppa in correlazione ad altri tipi di dipendenze. Un appello: appassionarsi a smontare il giocattolo. Investire, documentarsi, non aver fretta di giungere a delle conclusioni, verificare le conclusioni”.

Per Luigino Bruni, economista, “c’è un grande equivoco sul tema del ‘gioco’ patologico. Associare l’azzardo al gioco è un’umiliazione per il gioco vero, che è una delle capacità fondamentali dell’essere umano. L’azzardo tutto è fuorché un gioco. È una macchina mangia soldi, una struttura di peccato. Non c’è solo un problema di patologia. L’azzardo è un problema economico, civile e spirituale. Non confiniamo il problema dell’azzardo al patologico, ma consideriamo il tutto. L’azzardo è contrario al bene comune. E l’idea che l’azzardo sia innocuo se consumato in piccole dosi è fuorviante e va combattuta”. Luciano Squillaci, presidente della Fict, ha chiarito: “Quella dell’azzardo è una questione che ha una complessità importante. Le soluzioni semplici sono sbagliate. Il fenomeno va considerato nel suo complesso, non in modo settoriale e frammentato. Serve un approccio sistemico, con il coraggio di percepirsi all’interno del sistema”. P. Alex Zanotelli ha rilevato: “Noi cristiani dobbiamo riconoscere che abbiamo tradito il vangelo, proprio sui soldi. Noi cristiani d’Occidente abbiamo sposato un sistema che è profondamente ingiusto. L’Occidente deve cominciare a convertirsi e tornare alla logica del Vangelo. Rispetto al tema economico, che cosa ne abbiamo fatto di quello che Gesù chiede? Cito due comandamenti proposti dal teologo Enrico Chiavacci. Il primo: cerca di non arricchirti. Il secondo: se tu hai, hai per condividere. Organizziamo dei momenti di comunità in cui chiediamo perdono al Signore per aver tradito le indicazioni del Vangelo. Per essere liberi”.