Una proposta audace, fatta in maniera rispettosa anche a coloro che credono diversamente, ma anche un messaggio forte alla società e a un mondo culturale che appaiono oppressi da tante altre preoccupazioni e tanti altri bisogni. Così il card. Camillo Ruini, presidente del Comitato Cei per il progetto culturale, ha definito l’evento internazionale Gesù nostro contemporaneo, che si svolgerà a Roma dal 9 all’11 febbraio ed è stato presentato oggi alla stampa, in Campidoglio. Dire che Gesù è nostro contemporaneo ha spiegato il card. Ruini ai giornalisti non significa semplicemente rivendicarne l’attualità, ma dire molto di più, e cioè che Gesù è nostro contemporaneo proprio nella sua vicenda storica unica e irripetibile; non, quindi, semplicemente nel ricordo, o nel tentativo di modellare la nostra vita sulla sua, ma nella sua realtà. Questa è la posizione della fede, ed è su questo che vogliamo misurarci. L’obiettivo è quello di riproporre tutto ciò su un piano culturale, che mostri che la fede non sia un salto nel vuoto: certo, c’è una componente di scelta libera, ma la fede è una scelta plausibile e ragionevole. Due le scelte di fondo del convegno: puntare sulla figura storica di Gesù, che ha acquistato spessore e completezza, come dimostra la svolta nella ricerca storica su Gesù che si è registrata negli ultimi dieci anni, ed evidenziare l’attualità di Gesù, che emerge da una storia efficiente, che ha effetti e tuttora agisce, che da Lui è arrivata fino a noi, nella paradossale forma della Croce e della Resurrezione. Anche la storia dei discepoli di Gesù è una storia di Croce e Resurrezione, ha fatto notare il cardinale: Basti pensare al martirio, che accompagna la vicenda dei discepoli di Gesù e che anche oggi non è così raro. Senza contare la contiguità con Gesù che hanno molti uomini e molte donne, come dimostrano molte biografie. Il card. Ruini si è anche soffermato sul legame tra il primo evento internazionale organizzato dal Comitato Cei per il progetto culturale Dio oggi: con lui o senza di lui cambia tutto, del 2009 e quello che si svolgerà tra meno di una settimana: Il Dio in cui crediamo o non crediamo, in Italia ma anche in gran parte del mondo, è il Dio di Gesù Cristo, che ci è stato presentato da Gesù Cristo, con le sue parole e la sua vita. Se Gesù è importante per tanta gente, è perché la gente è convinta che abbia un rapporto speciale, unico con Dio. Gesù e Dio sono inseparabili, non solo per la fede ma anche per la cultura. (Sir)