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Genova, al disastro non aggiungiamo altri disastri
Si fanno già delle ipotesi tecniche che sembrano anche verosimili a chi, come me, non ha competenze in materia: che abbia cioè ceduto uno degli stralli in cemento che guarda caso Società autostrade voleva sostituire a breve anche nel tratto crollato.
Un’inchiesta di questo tipo richiede tempi lunghi ed estenuanti battaglie di periti. Auguriamoci che venga condotta con serietà e rapidità e che si arrivi ad individuare chi ha sbagliato (nel valutare tecnicamente i rischi) o ha coscientemente messo a rischio la vita delle persone per puro interesse economico.
Ovvio che Società Autostrade dovrà chiarire molte cose e assumersi le sue responsabilità. Ma su questa storia della revoca della Concessione prima di aver accertato la verità e senza aver valutato costi e benefici per la collettività si sono udite da parte di uomini di governo cose francamente insensate.
Ha iniziato ieri il premier Giuseppe Conte: «Al di là delle verifiche penali, di quello che farà la magistratura con la sua inchiesta, noi non possiamo aspettare i tempi della giustizia». Una dichiarazione davvero sorprendente, specie tenendo conto delle competenze in materia di giustizia civile che Conte sicuramente ha. Sembrava di capire che il premier fosse rimasto con il cerino in mano perché di lì a poco arrivavano i distinguo di Matteo Salvini e le dichiarazioni più assennate del ministro Danilo Toninelli che rimandava la «eventuale revoca della Concessione» agli esiti dell’inchiesta e chiedeva alla Società autostrade di farsi carico di un’immediata ricostruzione del viadotto.
Oggi però su facebook il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio rincara la dose: «Lo dico chiaramente, c’è una volontà politica certa: vogliamo revocare le concessione ad Autostrade per l’Italia. Non si può continuare a far finta che nulla sia accaduto. Questa gente continua a far pagare il pedaggio senza portare manutenzione ordinaria e straordinaria ed è ora di dire basta! Hanno scritto che il Governo frena, falso, il Governo accelera e revocherà le concessioni».
Forse è bene ricordare che le Concessioni non le ha inventate il governo Renzi, come vorrebbero far credere alcuni politici in perenne campagna elettorale. La firma della prima Concessione tra Anas e Società Autostrade Concessioni e Costruzioni Autostrade spa risale addirittura al 1956: prevedeva che la Società Autostrade (gruppo Iri) co-finanziasse assieme ad Anas la costruzione e la gestione dell’Autostrada del Sole Milano-Napoli, che venne poi inaugurata nel 1964. Una nuova Concessione venne firmata il 18 settembre 1968 (governo Leone). Fu poi rinnovata il 4 agosto 1997 (governo Prodi I). Seguono tre convenzioni aggiuntive: 15 gennaio 1998, 29 marzo 1999, 21 maggio 1999 (governo D’Alema). È in quell’anno che la Società autostrade (al 100% dell’Iri, quindi controllata dal governo) venne privatizzata: a Iri subentrò la società privata Schermaventotto (industriali con a capo la famiglia Benetton), che controllava il 30% delle azioni. Il restante 70% fu quotato in borsa.
La nascita vera e propria della società attuale, intesa come persona giuridica, avviene nel 2002 (ai tempi del governo Berlusconi, presente anche la Lega) quando venne costituita la Autostrade per l’Italia, che ebbe in concessione numerose tratte autostradali italiane. La società era controllata al 100% da Autostrade S.p.A. Nello stesso anno anche Anas divenne una spa e venne firmata una nuova convenzione. Il 30 maggio 2003 avviene il conferimento di ramo d’azienda da parte di Autostrade Spa ad Autostrade per l’Italia Spa. Segue un aggiornamento della convenzione il 24 novembre 2003 (sempre governo Berlusconi).
Si arriva così all’ottobre 2006 (Finanziaria 2007, governo Prodi) quando vengono dettate nuove regole per le concessioni autostradali sulla base delle quali l’anno successivo, il 10 ottobre 2007 (sempre governo Prodi) viene stipulata l’attuale concessione (la cosiddetta Convenzione unica) da parte di Anas spa ad Atlantia, società che ha il controllo di Autostrade per l’Italia ed è nelle mani sempre della famiglia Benetton. La concessione ha scadenza 31 dicembre 2038.
Ovviamente si può discutere se la forma della concessione, la sua durata, così come la sua aggiudicazione senza gara siano la soluzione migliore per i cittadini italiani. Ma non possiamo descriverla oggi come un «furto». Lo Stato sapeva bene che il concessionario avrebbe ricavato cospicui utili dal contratto, ma ha deciso di stipularlo perché sapeva di non avere i mezzi economici per provvedere in proprio alla costruzione di nuovi tratti, all’ammodernamento di quegli esistenti e alla loro costante manutenzione.
Nel 2017 il gruppo ha ottenuto ricavi per 3.94 miliardi di euro, di cui 3.59 miliardi dai pedaggi autostradali ottenendo 1.04 miliardi di utile. Ha versato ad Anas 465.05 milioni di euro di oneri concessori. Il valore dell’infrastruttura che ha ricevuto in concessione è stimato in 12.22 miliardi di euro.
Quali motivi d’urgenza possono giustificare una revoca immediata della Concessione da parte del governo Conte? I rapporti tra Stato e Concessionaria sono regolati da una convenzione che prevede anche la possibile revoca, ma con un meccanismo rigido (contestazione delle inadempienze, tempo per provvedere alle opere contestate….). E comunque sono previste penali di 15-20 miliardi, perché calcolate sulla base dei ricavi annui moltiplicati per gli anni rimanenti (20). Per non parlare del rischio di essere trascinati nelle aule dei tribunali per anni e anni. E nel frattempo quale soggetto potrebbe immediatamente provvedere all’esercizio e alla manutenzione di 3 mila km di autostrade? Che ne sarebbe dei 7.349 dipendenti? L’Anas avrebbe oggi la forza di sostituirsi al concessionario? Forse che le strade che fanno capo all’Anas sono in condizioni migliori delle autostrade?
Il rispetto di morti e feriti (nonché di una città ferita come Genova) richiederebbe la fine delle speculazioni politiche sulla vicenda. La magistratura accerti velocemente chi ha responsabilità e lo condanni. Il governo obblighi Società autostradale (e vigili) a ricostruire rapidamente il ponte, a risarcire le vittime e a fare sempre tutte quelle opere di manutenzione o ammodernamento che sono previste dalla Concessione. Il resto sono solo discorsi elettorali.