Toscana

GAZA, L’IMPEGNO DELLA TOSCANA; TOSCHI: NON ESISTE ALTERNATIVA ALLA POLITICA DI RICONCILIAZIONE; MOZIONE PER LA LIBERAZIONE DI SHALIT

“Non irrigidiamoci nel meccanismo della guerra perché non esiste alternativa alla riconciliazione”. Così l’assessore alla Cooperazione internazionale Massimo Toschi ha ricordato e ripercorso a grandi linee le iniziative portate avanti dalla Toscana nella terribile vicenda di Gaza.  Iniziative “molto apprezzate” anche a livello nazionale, frutto di un “lavoro che dura ormai da dieci anni” e che ha permesso di attivare un “ponte umanitario e sanitario” che ha consentito il trasferimento di 10 piccoli palestinesi nei nostri ospedali regionali.Mentre la Toscana lavora alla creazione di un ponte sanitario permanente con Gaza, Toschi avverte: “Il nostro giudizio politico non è addolcito, ma occorre sviluppare dialogo e coinvolgimento”. Serve cioè lavorare sia su un “piano umanitario” che su una direttrice “politico-umanitaria”. “L’intervento che ha permesso l’arrivo di dieci bambini – ha evidenziato l’assessore – mirava a mettere insieme più soggetti. Mirava ad una mobilitazione umanitaria che tenesse dentro l’indirizzo politico che la guerra non serve. Non serve contro Gaza. Non serve contro Israele”. “Se vogliamo risolvere questo conflitto – ha continuato Toschi – occorre resistere alla guerra. Con le armi nulla è difeso”.Toschi ha quindi ricordato che “non solo a Gaza ma anche qui, a casa nostra stiamo lavorando ad iniziative importanti”. Tra queste, gli “incontri con le comunità israeliane e palestinesi per sviluppare un dialogo aperto e franco, rispettoso dei diritti di tutti”.  E sulle numerose mozioni iscritte all’ordine del giorno per l’immediata cessazione delle ostilità in Medio Oriente e la ripresa del dialogo tra i popoli, il Consiglio regionale si è aggiornato alle prossime sedute anche alla luce di possibili, futuri sviluppi nella Striscia di Gaza. Una “liberazione immediata, senza condizioni e senza ulteriori strumentalizzazioni politiche e crudeltà mentali”. Questa la richiesta contenuta in una mozione bipartisan votata dal Parlamento toscano e riferita alla vicenda del caporale Gilad Shalit, prigioniero nella Striscia di Gaza del movimento islamico radicale palestinese da due anni e mezzo. Sul documento, pur condiviso, è arrivata l’astensione di Sinistra democratica: “Non abbiamo nulla in contrario a chiedere la liberazione immediata di Shalit come di qualsiasi altro prigioniero di guerra”, ha spiegato il presidente Alessia Petraglia. “Occorre però non fare demagogia. A noi spetta il compito di trovare parole e strumenti giusti per la riconciliazione tra i popoli anche modificando il nostro linguaggio e contestualizzando le richieste che intendiamo avanzare”. Secondo Petraglia, il testo mancherebbe quindi di attualità. Da qui la richiesta, non accolta, di apportare modifiche.  Sulla vicenda della liberazione di Shalit, le cronache recenti raccontano di negoziati in atto e di un possibile baratto: il soldato in cambio di diverse centinaia di detenuti palestinesi custoditi nelle carceri israeliane.  Secondo Severino Saccardi (Pd), che ha illustrato in Aula i contenuti della mozione, l’impegno chiesto alla Giunta è “un atto umanitario”, a “sostegno di tutti i prigionieri di qualsiasi colore e appartenenza politica”.  “La richiesta di liberazione di Shalit – ha detto il consigliere azzurro Alessandro Antichi – nasce prima dei fatti di Gaza. Nasce sulla considerazione della necessità ad affermare principi di civiltà e libertà”. (f.cio)