Sarà Natale anche per Gaza. Dobbiamo festeggiare anche nella Striscia. Così padre Jorge Hernandez, parroco di Gaza, racconta, in una intervista al SIR, il clima con cui la comunità cattolica locale, 206 persone, si appresta a vivere le prossime festività natalizie. Per il 20 dicembre, infatti, è attesa la visita del patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, che come consuetudine, celebra il Natale a Gaza nella IV domenica di Avvento. E’ il momento in cui la comunità cattolica di Gaza si ritrova attorno al suo pastore dichiara il parroco per il quale è significativo che il Patriarca venga qui tra noi, in questo Natale, che giunge un anno dopo la guerra. Oggi la situazione è sempre precaria, non c’è una pace stabile. La gente coltiva l’incertezza che da un momento all’altro tutto potrebbe cambiare, il pericolo latente pervade la vita quotidiana. Viviamo nella paura e il ricordo di quei giorni è una ferita sempre aperta, in tutta la popolazione. Non c’è nessuno nella mia parrocchia che non ricordi chiaramente i fatti di quel tempo. Il ricordo viene tenuto vivo anche da quello che si vede in giro, dalla difficoltà della vita di tutti i giorni, dal reperire i generi alimentari, dall’acqua, dall’energia elettrica, dalle case distrutte, dai lutti. E’ arduo gioire in questa condizione di vita.Tuttavia, prosegue padre Hernandez, che ha preso il posto di padre Manuel Musallam, che era il parroco durante il conflitto, il Signore è nato e dobbiamo festeggiare, nonostante le difficoltà. A lenire la sofferenza giunge la decisione delle autorità israeliane di aprire i varchi della Striscia in occasione del Natale per permettere ai cristiani di recarsi a Betlemme. Sono andato dai responsabili del rilascio dei visti per avere conferme e chiarimenti a riguardo. Gli israeliani hanno promesso di rilasciare permessi ai palestinesi cristiani che abbiano dai 35 anni in su. Non ne sappiamo di più, adesso. Nel migliore dei casi questi visti potrebbero essere rilasciati il 23 o il 24 dicembre. E’ un alito di speranza che ci incoraggia ad andare aventi. Sarebbe importante per le nostre famiglie uscire anche se solo per poco tempo dalla Striscia per festeggiare il Natale a Betlemme che dista solo un’ora e mezza dalla Striscia. Fino allo scoppio della prima Intifada era normale andare a festeggiare nei Luoghi Santi. Ma quello era il tempo della Gaza gioiosa.Sir