A parte chi ha ragione e chi ha torto, la guerra a Gaza non risolve quel problema che si chiama Medio Oriente. Il risultato è solo la morte e il ferimento di migliaia di innocenti. Sul conflitto in corso a Gaza interviene il vicario apostolico dei Latini di Beirut, mons. Paul Dahdah, che mette in guardia anche del rischio di allargamento della guerra dopo che stamattina razzi lanciati dal Libano sono caduti su territorio israeliano. Se i razzi caduti nella zona dell’Alta Galilea sono davvero partiti da qui dice al Sir il vescovo il rischio è alto. Ma la paura c’è sempre stata anche perché manca quella pace duratura fondata sulla giustizia. In questa regione ognuno la pensa in modo diverso e sono in gioco molti interessi rappresentati dalle numerose fazioni e movimenti presenti sul campo. L’Occidente aggiunge mons. Dahdah – fatica ad ottenere un cessate-il-fuoco, le Nazioni Unite lo stesso. In fin dei conti le istituzioni internazionali non sembrano imparziali, c’è infatti chi tira da una parte e chi dall’altra. Il forte ha sempre ragione anche se ha torto. E’ necessario chiedersi chi porta la responsabilità di tanti morti, di tante famiglie fuggite e divise. Non si può parlare di giustizia, di libertà e di democrazia come merci da esportare o comprare. Per evitare ulteriori spargimenti di sangue conclude mons. Dahdah – urge una forza di interposizione che separi i contendenti lasciando il campo ad un forte e deciso intervento diplomatico. Ma non tutti la pensano così. Servono, come ha detto il Papa, nuovi leader di pace ma non è facile. E’ un problema di governanti e non di popoli, questi ultimi sembrano essere destinati allo sterminio. I buoni pastori sono rari.Sir