Toscana
Garfagnana: Oltre metà delle chiese è stata danneggiata
«Mi trovavo in garage quando ho avvertito una forte scossa e sono corso fuori. Ho alzato lo sguardo verso il monte Pisanino: grandi massi cadevano rumorosamente coprendo con la loro polvere tutta la visuale della montagna. Lo scuotimento non si può spiegare tanto è immediato e potente». Così ci descrive la scossa di 4.4, di domenica 30 giugno, Alex Martinelli, seminarista lucchese originario di Gorfigliano, dove in questi giorni è momentaneamente tornato presso la famiglia. La potenza della natura è impressionante. Sono molti, anche tra gli anziani di Minucciano, che in questi giorni indicando il monte più alto delle Apuane, il Pisanino appunto, dicono «non è più lo stesso!».
Ora la paura delle scosse e la conta dei danni agli edifici, pubblici e privati, sono gli unici temi che riescono a scalfire l’attenzione dei più. La baggianata della fuga dalle spiagge in Versilia, come conseguenza delle scosse più forti, è vissuta come un’offesa dagli abitanti delle zone che per paura o perché hanno già la casa dichiarata inagibile, sono costretti a dormire nelle tende della protezione civile. Abbiamo sentito don Giorgio Simonetti, referente dei parroci dell’Alta Garfagnana, per avere da lui qualche indicazione su come la gente stia vivendo questi giorni davvero difficili: «le scosse sono continue e la gente è impaurita. C’è chi, magari rientrato a dormire in casa, per paura va a dormire con le scarpe ai piedi, pronto per fuggire in caso di una nuova scossa. Oppure ci sono i casi delle persone anziane che non vogliono lasciare la propria abitazione. In molti, al di là delle strutture messe a disposizione dagli enti locali e dalla protezione civile, preferiscono comunque dormire in macchina, nel giardino di casa, vicino alle piazze».
I dati diffusi dalla protezione civile dicono che in Garfagnana, nella notte tra domenica 30 e lunedì 1 luglio sono state ospitate nelle proprie strutture 680 persone che non se la sono sentita di dormire nelle proprie case. In base alle verifiche in corso sugli immobili condotte dalle squadre dei tecnici le case dichiarate inagibili al momento sono 165, mentre sono 70 le persone ufficialmente sfollate, che non possono cioè rientrare nelle loro case in base alle ordinanze dei sindaci (la discrepanza nei numeri è dovuta al numero di case vuote o seconde case nella zona). «A Sermezzana, una piccola località dove abitano una quindicina di famiglie» dice don Giorgio «praticamente tutti si sono trasferiti nel campo sportivo del paese. La cosa che più mi preme dire però è che, al momento, per fortuna nessuno si è fatto male, non c’è stato alcun crollo effettivo: solo, si fa per dire, tanta paura e molti disagi, anche se la scossa del 25 gennaio quassù è servita per mettere in pre-allarme le persone che comunque sanno di abitare in zona sismica».
Abbiamo provato a contattare anche l’Eremo di Minucciano, dove ci hanno informato che nessun danno è da annoverare ma soltanto che per alcuni giorni, dopo la scossa del 21 giugno, la strada di accesso è stata chiusa isolando così la comunità degli eremiti della Beata Vergine del Soccorso, ma adesso la situazione è tornata alla normalità. Sempre don Giorgio Simonetti ci informa poi della situazione degli edifici: «non abbiamo ancora dati sicuri pertanto posso fornire solo una mia sensazione che dovrà essere suffragata dalle verifiche ancora in corso: il comune di Piazza al Serchio probabilmente non avrà una chiesa agibile, su 9, ma la comunità potrà contare su una serie di piccoli oratori e saloni parrocchiali. Il comune di Sillano, su 6, non avrà una chiesa parrocchiale agibile ma anche qui solo alcuni oratori. Nel comune di Giuncugnano su 3 parrocchie pare essere salva solo la parrocchiale più piccola e un paio di oratori. Il comune di Minucciano, su 9, ha le parrocchiali più danneggiate insieme a chiese più piccole». In soldoni, per le cifre che abbiamo potuto verificare, su circa 90 edifici ecclesiastici afferenti alla diocesi di Lucca presenti in Alta Garfganana, poco più di 50 sono stati danneggiati dal sisma.