Firenze

Gambelli, visita in carcere: “È una priorità che sento”

L'arcivescovo eletto di Firenze ha salutato i detenuti prima dell'ordinazione episcopale di lunedì prossimo

Don Gherardo Gambelli, che lunedì riceverà l’ordinazione episcopale come arcivescovo di Firenze, è stato oggi nel carcere di Sollicciano, di cui è cappellano, per un momento di preghiera. “Alla fine della catechesi in carcere – ha spiegato a Radio Toscana – è prevista la consegna della Bibbia. Un momento molto significativo, in cui la Bibbia viene offerta come nutrimento per chi ha iniziato un cammino di fede. Nella Bibbia trovano una luce e una forza, che è la forza della speranza che nasce dalla fede, che permette loro di sostenere la prova della pena, della detenzione. Quando c’è un cuore nutrito dell’amore di Dio, di cui si può fare esperienza dall’ascolto della Parola di Dio, questo diventa motivo per sperare. Come ci dice papa Francesco, se si chiude la speranza in carcere non c’è futuro per la società”.

All’incontro hanno partecipato più di quaranta detenuti, “un momento di preghiera molto commovente in cui le persone hanno ascoltato la Parola di Dio e poi un momento conviviale in cui ci siamo salutati, per me era l’ultima presenza come cappellano del carcere ma come ho già detto anche da vescovo sarò molto attento a visitare i carcerati perché lo sento come una priorità per la nostra Chiesa. Ci saranno almeno due momenti, Natale e il Giovedì Santo con il rito della lavanda dei piedi. Vorrei anche potenziare la presenza della diocesi attraverso i volontari. Già ci sono i volontari del Cammino Neocatecumenale, della Comunità di Sant’Egidio, della Caritas; quello che vorrei fare è lavorare sempre più in coordinamento perché l’unione fa la forza. Il Cammino sinodale ci ricorda che dobbiamo camminare insieme con le realtà del mondo, ci sono tante associazioni che fanno cose belle in carcere”.

“Le sfide sono tante, non ultima quella del caldo che rende la detenzione veramente difficile” ha aggiunto. Proprio nei giorni scorsi la Cei ha donato a tutte le carcere italiane una dotazione di ventilatori..

I detenuti hanno salutato con calore don Gambelli: “Hanno manifestato gioia, entusiasmo, incoraggiamento. Il Vangelo ci dice ‘ero prigioniero e siete venuti a visitarmi’, tante volte in carcere si vive quest’esperienza che è Gesù stesso che ci parla. L’ho sempre molto sentito, stare vicino a loro è il modo in cui percepisco la bontà di Dio nei miei confronti”.

I problemi però non mancano: “C’è il problema del sovraffollamento, il periodo estivo vede mancanza di personale e incontriamo difficoltà per tante attività. Purtroppo il problema è grande, il problema dell’educazione è un’emergenza e la rieducazione è ancora più difficile perché richiede da parte di tutti veramente una grande attenzione alla dignità delle persone che non è facile, rispettare la dignità di ogni persona”.

“C’erano anche gli agenti, la direttrice: anche questo è un segno bello2 conclude don Gambelli. “È importante avere buone relazioni tra tutti quelli che operano all’interno del carcere per vivere armonia e capacità di confrontarsi”.