Cultura & Società

Galleria dell’Accademia, prorogata al 2 aprile la mostra “I Bronzi di Riace”

Un’occasione – come hanno sottolineato sia Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze, sia Carmelo Malacrino – per creare una significativa collaborazione tra due istituzioni del MiC- Ministero della Cultura e per festeggiare insieme due compleanni importanti: i 140 anni da quando il capolavoro di Michelangelo si trova nella Tribuna del museo fiorentino e i 50 anni dalla scoperta dei due “capolavori del Mediterraneo”. Un evento che riunisce nello stesso luogo due icone dell’arte: i Bronzi di Riace e il David di Michelangelo

Le due magnifiche statue in bronzo furono scoperte il 16 agosto 1972, durante una battuta di pesca subacquea nei pressi di Riace Marina, a 8 metri di profondità. Dopo un avventuroso recupero, i due guerrieri – due figure maschili nude, convenzionalmente chiamate A e B, oppure il “Giovane” e il “Vecchio”, di dimensioni leggermente superiori al normale – furono trasportati al Museo Nazionale di Reggio Calabria, dove vennero sottoposte a un primo intervento di restauro, affidato successivamente, agli inizi del 1975, al Laboratorio della Soprintendenza Archeologica della Toscana. I Bronzi furono esposti per la prima volta al pubblico nel dicembre del 1980, a Firenze, nel Museo Archeologico, e poi, nel 1981, al palazzo del Quirinale, a Roma. Un evento di grande risonanza mediatica, che richiamò folle di visitatori da ogni dove. Gli studi hanno consentito di stabilire che le due opere sono riconducibili al secolo d’oro dell’arte greca, databili intorno alla metà del V sec. a.C., esempio di una sapiente e fine tecnica bronzistica, forse realizzate da due maestri diversi ma comunque per una destinazione pubblica.

 

Alla Galleria dell’Accademia di Firenze, nelle sale per le mostre temporanee al piano terra, sono esposte 16 fotografie di grande formato (90 X 134 cm), un lavoro che nasce da Carmelo Malacrino e Luigi Spina per celebrare proprio i 50 anni dalla scoperta. Un tributo alla potenza e alla bellezza iconografica dei Bronzi di Riace, capolavori indiscussi dell’arte greca del V secolo a.C. La sequenza delle immagini, otto più otto, dedicate rispettivamente alla statua A e alla statua B, crea, come spiega Spina, un lento e incessante racconto. L’obiettivo del fotografo è quello di far emergere aspetti che non sono solo quelli oggettivamente visibili, ma riguardano nel profondo la nostra cultura. 

 

L’esposizione è accompagnata da un prezioso volume in tre lingue (italiano, inglese e francese), edito da 5 Continents Editions, nella collana “Tesori Nascosti”, dove le immagini di Spina sono affiancate da una narrazione storica e artistica sulle due statue, con testi di Carmelo Malacrino e Riccardo Di Cesare, archeologo e docente presso l’Università di Foggia, che permette al lettore di immergersi nella storia suggestiva dei Bronzi, tra verità scientifiche e domande rimaste ancora aperte.