Prato

Gabriele Liu, l’amore che supera le diffidenze fra italiani e cinesi

di Fabio Barni Porta il nome d’un arcangelo, Gabriele, e un cognome che viene da lontano: Liu. Ha 6 mesi, un babbo, Fei, nato in Cina e una mamma, Irene, pratese e appassionata di cultura orientale. È stato battezzato domenica, nella chiesa Regina Pacis di Santa Lucia, durante la messa delle 11. La mano di don Mauro Rabatti è stata una delle prime, tra quelle d’un parroco cittadino, a posarsi sul figlioletto d’una coppia italo-cinese. Una festa per la parrocchia Regina Pacis e per i nonni. Per i genitori è stata una scelta vera, tanto per Fei Liu che ha conosciuto il messaggio cristiano dalla moglie e che vi si è avvicinato preparandosi al battesimo sia per Irene. Ma c’è di più. Alle stessa messa delle 11, sono stati due i bambini battezzati. Con il piccolo Gabriele c’erà Matilde Ortega (mamma italiana e padre argentino). Nati dall’amore e battezzati, come ha ricordato il parroco don Mauro Rabatti, per scelta convinta dei loro genitori. Perché l’amore supera di slancio ostacoli e barriere. A volte ci gira intorno, in qualche caso li salta a pie’ pari. Dipende dalle circostanze. Perché in una coppia, in fondo, si bisticcia sempre e non solo quando persone d’origine e cultura differenti s’incontrano, s’innamorano e mettono al mondo un figlio. E l’amore, quando diventa di tre, di una famiglia per intendersi, sa ancora oggi riscoprire o addirittura scoprire e scegliere l’Amore con l’iniziale grande, che viene da Dio e che è Dio. Commossi, i quattro genitori hanno scritto alla comunità parrocchiale e Irene Cota, la mamma del piccolo Gabriele, ha preso la parola durante la messa per leggere il messaggio. Gabriele Liu, se non è il primo bimbo italo-cinese a ricevere il battesimo, è forse il primo con padre d’origine cinese e madre italiana. Per Fei Liu e Irene Cota il battesimo è stato una scelta. Altro che pura e semplice tradizione o pretesto per una festa, come ha appunto sottolineato don Mauro Rabatti nel corso della messa. Le storie delle due coppie che hanno portato i figli al fonte battesimale meritano, così, d’essere ricordate, col bello che in entrambi i casi s’è trattato d’amore a prima vista e al tempo stesso duraturo. Fei Liu, a margine della cerimonia religiosa ha raccontato che l’amore va oltre ogni confine e ogni barriera ideologica o religiosa. Al punto che lui, nato in Cina, si sta avvicinando con vero interesse al messaggio cristiano. «Ci siamo conosciuti tre anni fa», racconta il signor Liu. «Quando io ero ormai deciso a tornare in Cina. Invece, l’amore mi ha fatto rimanere qui, dove ho conosciuto Irene». Una conoscenza in un ambito particolare: entrambi, con lei appassionata di Oriente, in una scuola d’italiano dedicata cinesi. Erano supplenti. E la sorpresa fu scoprire che, mentre Fei voleva tornare nel suo Paese dove già aveva trovato casa e lavoro, la prima a dover partire, per un viaggio di studio e conoscenza, doveva in realtà essere Irene. Alla fine, al ritorno di lei, sono rimasti a Prato, si sono sposati dopo 10 mesi e, quest’anno, è nato Gabriele. «Imparare a conoscersi – spiega Irene – non è stato difficile. Per noi, è vero, si è trattato d’un colpo di fulmine ma, quando si condividono valori di fondo, siamo andati ben oltre e l’amore è cresciuto, insieme al rispetto e al desiderio di formare una famiglia». Più facile, avvicinarsi (anzi riavvicinarsi) a Cristo, per un argentino, come il signor Ortega. «Innamorarsi è stato facile, questione di un attimo che non si può raccontare. Far crescere l’amore, poi, non ci è sembrato difficile».

(dal numero 41 del 15 novembre 2009)