Toscana
Fusioni Comuni: Giurlani (Uncem), «Risparmi fino a 400 milioni? Venite a spiegarci come»
Per la nostra regione potrebbe giungere a toccare quasi 400 milioni di euro l’anno a regime. E ancora lo studio evidenzia che i piccoli comuni costano relativamente molto per produrre servizi poveri. Al di sotto di una certa dimensione è impossibile che un ente locale fornisca servizi soddisfacenti per la propria comunità. Le spese per il ‘funzionamento della macchina’ lasciano poche risorse a disposizione, sia finanziarie che umane.
«E’ l’ora di smetterla di fare questo “conti” a tavolino – commenta il Presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani – non è realistico che le fusioni dei piccoli comuni portino ad un risparmio di 400 mln. Innanzitutto sono i cittadini ad esprimersi sulla fusione o meno attraverso uno specifico referendum, quindi la loro scelta è sacrosanta, ma non è giusto far passare tali messaggi, chi fa tali studi ci venga a spiegare come è possibile ottenere questi risparmi. Poi ancora, in questo modo in nome di un presunto contenimento delle spese della politica si riduce notevolmente la rappresentanza democratica dei cittadini e la rappresentanza territoriale nell’ambito dei singoli territori».
«E a proposito di questi “lucrosi” risparmi – aggiunge – voglio ricordare che abbiamo già dato: con la gestione per macroaree per esempio dei servizi idrici (Ato) abbiamo visto che a fronte di un servizio rimasto pressochè uguale, o forse peggiorato, le tariffe invece sono sensibilmente cresciute. Se non c’è un vero disegno condiviso da tutti che veda nella fusione una strada virtuosa, non la si può imporre, e poi ricordiamoci che si privano le amministrazioni comunali dell’apporto di veri e propri volontari che aiutano a fronteggiare le varie necessità e contribuiscono a facilitare e favorire il rapporto tra istituzioni locali e cittadini. Quanto vale questa risorsa che è fatta dal rapporto intenso dei cittadini verso le proprie comunità e che proprio nei piccoli comuni trova la sua espressione più forte?!».
«In quanto ai costi della politica, figuriamoci se sono qui, basterebbe ricordare – chiude Giurlani – che il consigliere comunale di un piccolo comune percepisce un gettone di presenza che va dai 13 ai 16 euro lordi a seduta, in media per 10-12 sedute di consiglio l’anno, i sindaci percepiscono indennità che vanno da 500 a meno di mille euro mensili, insomma il risparmio per i piccoli comuni sarebbe di qualche migliaia di euro, altro che 400 mln».