Vita Chiesa

FUNERALI MONS. PADOVESE, CARD. TETTAMANZI: UNA MORTE CHE PORTERÀ MOLTO FRUTTO

(Milano) – Una morte che porterà frutto, come “il chicco di grano che, caduto in terra muore e germoglia, così è stata la vita di padre Luigi”. L’arcivescovo di Milano, card. Dionigi Tettamanzi, ha ricordato così mons. Luigi Padovese, ucciso lo scorso 3 giugno a Iskenderun, durante i funerali celebrati questa mattina in Duomo. “Vero discepolo di Cristo, anche il vescovo Luigi – ha detto Tettamanzi – ha dato il suo corpo e ha stretto un’alleanza nel suo sangue, offrendo tutto se stesso per l’annuncio del Vangelo e per la vita di coloro che gli erano stati affidati”. “In questa terra turca, che aveva tanto studiato, mons. Padovese ha voluto inserirsi e lasciarsi macerare, amando questo nobile popolo. Padre Luigi si è fatto chicco di grano diventando guida della Chiesa di Anatolia, una Chiesa di minoranza, spesso sofferente e provata”, ha aggiunto l’arcivescovo di Milano che ha voluto ricordare anche l’intensa “attività di dialogo” del pastore di origine ambrosiana. “Padre Luigi è stato chicco di grano, che silenziosamente porta frutto, nei suoi incessanti sforzi di costruire spazi di dialogo e di incontro tra culture, tra religioni, tra gli stessi cristiani. Ogni uomo di buona volontà riconosce in questo vescovo mite e sapiente un vero costruttore di pace e di riconciliazione, a partire dal rispetto reciproco e dall’ accoglienza fraterna”. Il corpo e sangue di mons. Padovese, ha sottolineato il card. Tettamanzi, “sono davvero caduti sulla terra di Turchia e, pur nel dolore e nelle lacrime, ci appaiono per quello che sono davvero: non più segni di una vita strappata da violenza insensata e tragica, ma offerta viva di sé che padre Luigi ha vissuto in ogni giorno della sua missione di Vescovo, di amico della pace, di fratello di ogni uomo. Il corpo dato e il sangue versato, in virtù della Pasqua di Cristo, non sono sacrificio vano”. Un ultimo pensiero l’arcivescovo ambrosiano lo ha rivolto “ai fratelli della Chiesa turca”: “da oggi la Chiesa di Milano si sente legata a voi in modo ancora più profondo e particolare. Vogliamo raccogliere il lamento, che si leva da voi e dalla vostra terra. Vogliamo, come Chiesa ambrosiana, insieme a tutte le comunità cristiane, accogliere e affrontare la sfida di essere sempre più coscienti della nostra identità cristiana e di saper offrire, senza alcuna paura, sempre e dappertutto, la testimonianza di una vita autenticamente evangelica: amando Cristo e ogni uomo sino alla fine. Perché da questa morte così cruenta possa rimanere un messaggio per tutta la Chiesa: la speranza è la parola di vita che possiamo riascoltare da padre Luigi, come l’estremo e definitivo messaggio che ci viene dal suo corpo dato e dal suo sangue versato su quel piccolo lembo di terra turca”.“Chi ha testimoniato il suo sangue non ha bisogno di parole e neanche di miracoli”: lo ha detto al termine dei funerali, celebrati in duomo, mons. Ruggero Franceschini, amministratore apostolico del Vicariato apostolico di Anatolia (Turchia), parlando di mons. Luigi Padovese. “Hanno ucciso il pastore buono – ha affermato – partito da questa città si era fatto pellegrino dello spirito e della mente, fino a diventare uno dei più competenti esperti sulla vita e le opere dei Padri della Chiesa vissuti nell’attuale Turchia”. Mons. Franceschini ha avuto parole di conforto anche per la Chiesa turca: “la piccola chiesa rimasta in Anatolia anche se di tradizione apostolica è troppo giovane per superare da sola una tragedia simile, troppo fragile per fronteggiare il male che l’ha colpita, troppo povera per trovare in sé stessa le risorse per continuare a sperare almeno di esistere”. Da qui la richiesta che le chiese sorelle diano alla Turchia “vocazioni: sacerdoti, religiosi e religiose, per una missione difficilissima, senza sconti e senza compromessi, non voglio ingannare nessuno davanti a questa bara. Venite a vivere il Vangelo, venite ad aiutarci a vivere, semplicemente”. Un appello il presule lo ha lanciato ai media: “tenete aperta una finestra su questa terra e sul dolore della Chiesa che la abita, siate la voce di chi non ha nemmeno la libertà di gridare la propria pena”. In un messaggio di cordoglio inviato al card. Dionigi Tettamanzi, Benedetto XVI ha voluto esprimere “ai vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli della Chiesa che è in Milano”, le sue “sentite condoglianze” per l’uccisione di mons. Luigi Padovese, del quale, oggi in Duomo, si sono svolti i funerali. Nel messaggio, firmato dal cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il Papa, “profondamente addolorato”, raccomanda “l’anima nobile di questo amato pastore all’infinita misericordia di Dio” e rende grazie “per la sua generosa testimonianza al Vangelo ed il suo fermo impegno per il dialogo e per la riconciliazione che ha caratterizzato la sua vita sacerdotale ed il suo ministero episcopale”.Sir