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FUNERALE VANESSA RUSSO; VESCOVO DI PALESTRINA: IL PERDONO È L’UNICA STRADA POSSIBILE

“Il perdono richiede certamente dei tempi per ‘metabolizzare’ la grave sofferenza provocata dal male subito, ma sta davanti a noi come l’unica strada possibile per guarire le ferite delle persone e ricomporre le fratture della nostra società”. Così mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, commenta al Sir la reazione di alcuni dei presenti al funerale di Vanessa Russo, la giovane di 23 anni morta giovedì scorso, dopo essere stata colpita ad un occhio con un ombrello da una coetanea romena, in una stazione della metropolitana di Roma. Durante le esequie della ragazza, che si sono svolte questa mattina nella chiesa romana di Santa Felicita e figli martiri, uno dei celebranti ha invocato il perdono; appello al quale dalla folla alcuni hanno risposto: “No, mai, mai”. Un gesto opportuno, quello del sacerdote? “Se noi cristiani aspettassimo sempre i momenti adatti, come potremmo essere provocatori di una bontà superiore? Come potremmo suscitare una riflessione?” replica mons. Sigalini, chiarendo che “un cristiano non si ribella; fa, sì, fatica a capire, ma si domanda perché non è capace di perdonare e che cosa gli manca per farlo, soprattutto che tipo di giustizia vuole”.

“Il perdono è sempre un gesto gratuito che supera l’ingiustizia subita – prosegue mons. Sigalini -. Rimane esemplare la lezione offerta da Giovanni Bachelet durante i funerali del padre (Vittorio, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, assassinato dalle Brigate rosse nel 1980, ndr); quella di un perdono a tutto campo che non significa approvazione del male commesso o sua minimizzazione”, ma “toglie dal cuore il desiderio di vendetta, di farsi giustizia da sé, che rischia di cancellare la tensione alla bontà insita nell’animo umano”. Pesanti, prima dell’inizio della cerimonia, alcune invettive contro gli immigrati. Per il vescovo di Palestrina, “l’uccisione di Vanessa rimane un gravissimo delitto, e come tale va punito. La legge, da parte sua, deve garantire i diritti di tutti e proteggere i cittadini, anche educando le persone che vengono da altri Paesi ad accettare e rispettare le nostre regole, ma questo non deve scatenare scontri di civiltà. Occorre evitare – è la conclusione del presule – che questo terribile gesto ricada su tante persone oneste che vengono in Italia a cercare una vita migliore”.

Sir