Toscana

Fuga da Firenze? Nardella risponde all’inchiesta di Toscana Oggi, “rendere vivo il cuore della città”

Caro direttore,l’articolo di Roberto Volpi «Firenze, abitanti in fuga. Se ne vanno diciotto su mille» riapre la discussione sulla dinamica demografica in città e in particolare nel centro storico, osservato speciale da sempre e ancor più ora che la pandemia ne ha stravolto le caratteristiche. Ringrazio Volpi per il giudizio positivo sull’operato della giunta e accolgo volentieri il suo invito a dire cosa intendiamo fare per la città di domani. Partiamo dai dati, che ho studiato insieme a Enrico Conti, mio consigliere speciale alla statistica.Diciotto su mille: la popolazione residente è diminuita dell’1,8%. È davvero una fuga? L’analisi considera il breve periodo e due semestri di due anni diversi, di cui uno influenzato dal macrofenomeno della pandemia. Lo stesso Volpi afferma che Firenze negli ultimi anni ha raggiunto un sostanziale equilibrio demografico, nonostante la bassa natalità. Quindi non darei ai numeri un significato strutturale drammatico, ma è importante analizzare a fondo la dinamica.La componente principale delle variazioni nei semestri riguarda gli stranieri: alla fine del 2018 erano 61.526 pari al 16,3% dei residenti mentre alla fine del 2019 sono scesi a 59.073 (15,8% dei residenti). Al 31 ottobre 2020, ultimo dato, sono 55.799. Il saldo migratorio non più positivo ha un’incidenza maggiore a Firenze, città più internazionale della media e tra le più anziane d’Europa, con un saldo naturale negativo da molti decenni. I valori attuali della popolazione non sono i più bassi della storia recente fiorentina: a metà del decennio scorso – nel 2007 i residenti erano 364.710 – abbiamo registrato valori ancora più bassi a cui è seguita una ripresa. Dalla fine degli anni ’90 il numero dei residenti è sostanzialmente stabile. Naturalmente siamo attenti a valutare i fenomeni demografici nella loro evoluzione futura, perché estremamente rilevanti per la nostra comunità. Un’attenzione particolare va dedicata al centro storico, ieri sovraffollato per il fenomeno dell’overtourism e oggi desolatamente vuoto. Oltre al dato quantitativo – nel 2021 faremo un nuovo censimento del Quartiere 1 – ci interessa l’aspetto qualitativo: oggi il centro appare svuotato di turisti, ma anche di residenti che nel tempo se ne sono andati a causa di un mercato immobiliare sempre più inaccessibile e una quotidianità stravolta dal grande afflusso turistico.L’emergenza ci offre l’occasione di progettare un centro storico nuovo. Con il piano «Rinasce Firenze» attiviamo nuove politiche per riorientare l’identità del centro storico da una vocazione tipicamente turistica verso nuove ambiziose funzioni, riscoprendo la tradizione locale, le botteghe artigiane di qualità, e valorizzando i rioni storici della città come luoghi identitari. Intendiamo incentivare il ritorno in centro della residenza ma anche di uffici e imprese, delocalizzate nei decenni precedenti. Possiamo convertire spazi assegnando nuove funzioni per la nascita di poli innovativi, attività di ricerca e formazione, come una scuola internazionale di hotellerie. Procediamo con la riqualificazione di alcuni luoghi come il complesso di Sant’Orsola e il palazzo ex Poste di via Pietrapiana progettato dall’architetto Michelucci. È importante prevedere un mix di funzioni, con nuove unità abitative, spazi per uffici e fondi per il commercio di vicinato. Stiamo già lavorando a un nuovo piano di trasporto pubblico per il centro storico, con collegamenti più efficienti tra i quartieri della città a partire dall’estensione della rete tramviaria. Infine non dimentichiamo la battaglia contro l’«overtourism»: attrazione di turismo di qualità, nuovi criteri urbanistici per il divieto di realizzare ulteriori strutture turistiche-ricettive, previsione di un «tetto» al numero di appartamenti utilizzati per le locazioni di breve periodo.Non possiamo farci sfuggire l’opportunità di questa fase di forzato e doloroso stand-by per rendere vivo e attraente il cuore di Firenze, domani più che in passato.Dario Nardella, sindaco di Firenze