Vita Chiesa
Frati minori: ripartire dopo lo scandalo economico. Il ministro generale: «Un terremoto spirituale»
A settembre 2014 le casse dei Frati minori sono esangui. Per fare fronte alle spese di gestione del terzo Ordine più numeroso della Chiesa cattolica, con oltre 13mila membri in 116 Paesi, sono rimasti sul conto appena 5.275 euro. Senza considerare i debiti rilevanti e l’ammontare degli interessi negativi da pagare. I frati mendicanti fondati da san Francesco e costituiti in ordine autonomo da Leone X nel 1517 sono sul lastrico.
A pesare come un macigno è l’ammanco da 20 milioni di euro causato da una strategia speculativa, con investimenti in fondi ad alto rendimento fuori dall’Italia, che non solo si è rivelata inopportuna ma anche fallimentare. Chi si fa carico di gestire una situazione tanto problematica è fr. Michael Perry, eletto ministro generale appena un anno prima: “È stato un terremoto spirituale. Non potevo credere che ci eravamo fatti trascinare in questo imbroglio. E che, soprattutto, ad essere coinvolti fossero alcuni confratelli”.
Responsabilità e magistratura. Poco dopo aver scoperto le gravi scorrettezze nella gestione economica della Curia generale, infatti, emerge chiaramente che le persone coinvolte non sono solo esterne all’Ordine. Fr. Perry non si scoraggia di fronte all’iniziale tentazione di coprire le malefatte attingendo da fonti economiche alternative e rimuovere con discrezione dai loro incarichi le persone coinvolte:
“Questo metodo lo definisco ‘logica del protezionismo istituzionale’ ed è stato usato per lungo tempo dalla Chiesa e dai religiosi in Italia e in altri Paesi. Il fine è quello di preservare la dignità e la reputazione dell’istituzione ad ogni costo, anche se questo significa sacrificare la propria dignità, identità e autenticità, come pure la chiamata ad essere una voce profetica di fronte al mondo”.
Piuttosto il giovane frate americano, che in questi giorni è stato chiamato a condividere la sua esperienza con oltre 130 superiori generali riuniti per l’assemblea dell’Usg, raccoglie insieme ad alcuni frati e a un gruppo di avvocati tutto il materiale e le informazioni a disposizione. Quindi decide, d’intesa con il Definitorio generale, di rivolgersi alla magistratura italiana per avviare un’indagine accurata. Di suo pugno, poi, scrive e firma una lettera aperta a tutti i membri dell’Ordine nella quale spiega, senza giri di parole, la serietà della situazione.
Lo scandalo esplode in tutta la sua gravità: “La prima preoccupazione era relativa agli effetti potenzialmente negativi che avrebbe potuto avere sulla vita dei frati, specialmente dei più giovani e dei candidati. Nel corso delle visite che ho fatto dopo la pubblicazione della lettera – rivela -, moltissimi frati hanno espresso sfiducia e rabbia riguardo allo scandalo. Allo stesso tempo, però, hanno dichiarato anche la loro gratitudine nei confronti della decisione del Definitorio generale di procedere sulla strada della verità e della trasparenza”.
Altro aspetto delicato è il contraccolpo nel rispetto e nella stima dei fedeli. E questo riguarda anche i benefattori, “ossia coloro che ci avevano affidato le loro preziose risorse, affinché noi le utilizzassimo in primo luogo e soprattutto per i poveri che dobbiamo servire e per sostenere i progetti di formazione iniziale dei giovani frati”.
Nuove regole. Ad essere additato come esempio di corruzione morale di fronte all’opinione pubblica è anche l’hotel “Il Cantico” aperto a Roma: “In realtà – spiega fr. Perry – il progetto tendeva a riutilizzare un ampio edificio ormai in disuso al centro della città e a generare fondi a sostegno dei bisogni dell’Ordine”. Nel mezzo della tempesta, i Frati minori trovano però l’aiuto dell’intera famiglia francescana e gli stessi benefattori di un tempo non si tirano indietro: in tanti continuano a offrire il loro aiuto economico, in alcuni casi addirittura incrementandolo, con l’obiettivo di sostenere il servizio ai poveri.
Le indagini della magistratura su quello che sembra essere un raggiro in stile “Schema Ponzi” non si sono ancora concluse, ma l’Ordine ha deciso di intraprendere anche un processo canonico per verificare la condotta dei membri: “Non è stato facile – assicura il ministro generale – ma abbiamo deciso di procedere con l’azione canonica in nome della verità e della giustizia, oltre che per scoraggiare simili comportamenti negativi in futuro”.
Di pari passo vengono adottate una serie di misure per assicurare una maggiore e più completa vigilanza economica, a partire da una riformulazione delle strutture e degli strumenti di controllo sulla scorta del documento “L’amministrazione francescana dell’economia”. Quindi viene distinto e separato il ruolo dell’economo generale e del rappresentante legale, nonché create due commissioni di vigilanza composte da frati e da laici esperti provenienti da diverse parti del mondo con il compito di effettuare una verifica continua, proporre suggerimenti e controllare la correttezza della rendicontazione.
Per completare il processo di trasparenza, i Frati minori si sottoporranno tra qualche tempo a una revisione economica indipendente, la prima nella storia dell’Ordine. La vigilanza economica, che non è più affidata solo agli economi, si estende a tutti i livelli dell’Istituto fino alle fraternità locali: “La rilevanza delle nostre difficoltà economiche ci ha costretti a venire a patti con il fatto che possiamo vivere con meno e possiamo anche vivere meglio. Dappertutto stanno cominciando a germogliare segni promettenti della logica della semplicità profetica di vita e dell’impegno verso i poveri e gli emarginati”.