Prato

Franco, il nostro nuovo Pastore

Mons. Franco Agostinelli è il nuovo vescovo della Diocesi di Prato. Ne ha dato annuncio sabato 29 settembre alle ore 12 in palazzo vescovile mons. Gastone Simoni.   

 

Per dieci anni presule a Grosseto, mons. Agostinelli è il terzo vescovo residenziale di Prato e il 24° da quando la diocesi di Prato è stata istituita nel 1653.Mons. Gastone Simoni lascia il mandato episcopale per raggiunti limiti di età. Lo scorso 9 aprile infatti al compimento del 75° anno di età, come prevede il diritto canonico, mons. Simoni ha rassegnato le sue dimissioni da ordinario diocesano a Papa Benedetto XVI. Dimissioni che sono state accolte con la notizia della nomina di mons. Franco Agostinelli a vescovo di Prato. Mons. Simoni, dopo aver comunicato ai vicari episcopali e ai direttori degli uffici diocesani il nome del suo successore, ha dato lettura ai presenti di un messaggio di saluto ai pratesi scritta da mons. Agostinelli. Il primo messaggio del vescovo eletto alla città. Il testo integrale è già pubblicato sul portale web della diocesi di Prato (www.diocesiprato.it). Ancora da stabilire le date dell’ingresso del nuovo vescovo e del saluto di mons. Simoni.

L’editoriale: un grazie e un «Eccoci!»

di Gianni RossiPer chi vive l’appartenenza alla Chiesa, la nomina di un nuovo Vescovo è sempre un momento emozionante. Lo è particolarmente per noi pratesi, poco abituati dalla singolare storia della nostra Diocesi (per trecento anni con un Vescovo non residente) a questi passaggi. Del resto i primi due Pastori residenziali hanno, complessivamente, guidato la nostra Chiesa per 57 anni. Tutte le Chiese della Toscana, nello stesso arco temporale, hanno visto succedersi invece numerosi vescovi.Sarà anche per questo che per noi pratesi la nomina di un nuovo Pastore rappresenta, davvero, anche dal punto di vista della sua percezione nell’immaginario collettivo, un evento. Al nuovo Vescovo Franco, diciamo, dunque da subito, il nostro «Eccoci!», con quella fiducia che deriva dalle parole di Simone sul lago di Genèzaret: «In verbo tuo laxabo rete». Sulla tua parola getterò le reti (Lc 5,5 ). Proprio le prime tre parole, «In verbo tuo», costituiscono il motto programmatico dello stemma episcopale di mons. Agostinelli. È il primo messaggio che ci consegna.La curiosa somiglianza iconografica tra gli stemmi del Vescovo eletto e del Vescovo Simoni – con al centro la Parola di Dio e in alto la Stella – e il comune riferimento al «Verbo» dei motti, ci richiamano al senso della successione episcopale, tra la giusta diversità delle persone e la continuità apostolica e, perciò stessa, ecclesiale. Stemmi simili, ma diversi, come appunto diverse saranno le tappe che insieme abbiamo compiuto e da qui in avanti, di nuovo, percorreremo, nell’unico cammino del Popolo di Dio che è in Prato. È anche questa la bellezza della Chiesa.Non avevamo, tra l’altro, noi pratesi ricordo di un nuovo Vescovo donatoci da un’altra Diocesi. Era dal 1909 infatti, con mons. Andrea Sarti, eletto alle Diocesi di Pistoia e Prato e proveniente dalla cattedra di Guastalla, che la nostra Prato non viveva questa esperienza. È, in fondo, anche questo un richiamo ad un «respiro» più largo di Chiesa. Ed un pensiero fraterno vogliamo così inviare agli amici maremmani, uniti a noi, spiritualmente, in questo passaggio.A mons. Simoni – glielo abbiamo già detto e torneremo a dirglielo ancora – rinnoviamo il nostro, profondo, unanime, grazie. La serenità che ha testimoniato in questi giorni – storici per lui innanzitutto – è un’altra lezione di vita e di fede che si aggiunge all’enorme eredità spirituale ed umana che ci lascia. Sta a noi tutti farla fruttare sotto la guida del nuovo Pastore.La lettera che mons. Franco Agostinelli ci ha rivolto il giorno della nomina (e che pubblichiamo dalla prima pagina) non è di circostanza. Conviene rileggersela, con calma. «Lo Spirito che conduce la Chiesa – scrive – ha deciso che le nostre strade s’incrociassero. Scopriremo passo dopo passo quale disegno racchiude questa mossa inattesa del Paraclito. Una cosa però è certa: lo Spirito ci ha fatto incontrare per vivere di Gesù che è morto e risorto per noi». Queste strade che già si incrociano e che più si intrecceranno dal giorno del suo ingresso in Prato, sono anche il richiamo ad «uscire dal tempio», e non «”restare a casa”, compiacendoci nella bellezza, a tratti sontuosa, delle nostre liturgie», che «può darci l’illusione di essere “vicini”».Alcune parole, tra quelle per prime scritte e pronunciate, ci hanno però sorpreso. Come quelle che troviamo ancora nella lettera: «Con grande ottimismo e serenità mi accingo ora a raggiungere la Chiesa pratese». O come quelle parole, invece, pronunciate al microfono per Tv Prato nella sua prima intervista televisiva da Vescovo eletto, quasi scusandosi per l’espressione: «Vado a Prato con ottimismo e con consapevole allegria». Glielo consentiamo, eccome, eccellenza! Quell’«eccoci», radicato nella fede e nell’appartenenza ecclesiale, ci viene e ci verrà ancora più immediato.

(dal numero 35 del 7 ottobre 2012)